Arriva Jolly Cow, un micro impianto biogas che digerisce come i bovini

Jolly Cow, il microimpianto biogas che digerisce come i bovini a Mereto di Tomba
MERETO DI TOMBA (Udine) - Arriva Jolly Cow, un micro impianto biogas che digerisce come i bovini; è stato inaugurato oggi, venerdì 19...

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MERETO DI TOMBA (Udine) - Arriva Jolly Cow, un micro impianto biogas che digerisce come i bovini; è stato inaugurato oggi, venerdì 19 maggio, nell’azienda agricola Michele Pecile di Mereto di Tomba. Jolly Cow è un innovativo micro impianto che utilizza un processo biologico simile a quello dell’apparato digerente di un bovino per la produzione di biogas a partire da reflui zootecnici. È il frutto dell’attività di ricerca e sviluppo svolta in collaborazione tra Nre Research Srl e Poppy3Energy Srl, due start up innovative insediate rispettivamente in Area Science Park e nel Bic Fvg di Trieste. Si tratta di una tecnologia adatta in particolare ai piccoli allevamenti bovini con un minimo 50 capi in lattazione che richiede un investimento minore rispetto a un impianto tradizionale per la produzione di biogas.

 
L’impianto trasforma reflui zootecnici in un prodotto finale nel quale il carbonio presente, che contiene la maggior parte dell'energia del substrato, viene reso disponibile attraverso un processo di ossidazione. Il processo biologico del micro Impianto Jolly Cow “mima” l’apparato digerente delle mucche, nel quale i villi intestinali rendono disponibile una grandissima superficie di scambio, consentendo di digerire giornalmente una quantità eccezionale di alimenti.
 
Grazie all’elevata efficienza è in grado di essere alimentato esclusivamente a reflui zootecnici con tempi di digestione estremamente veloci che permettono di ottenere una resa fino a due volte superiore rispetto ai tradizionali digestori, con costo di costruzione inferiore, maggiore disponibilità di calore, minori autoconsumi elettrici e un minore costo di manutenzione. Il micro impianto produce 20 kW elettrici e 35 kW termici, utilizzando per il suo funzionamento il 5% dell’energia prodotta.


Il compost ottenuto è facilmente assimilabile per terreni e vegetali; non è nocivo ai germogli. Permette un importante risparmio di prodotti per la concimazione, mantenendo le percentuali dell’azoto nei limiti previsti dalla direttiva Ue sui nitrati. Il processo di digestione anaerobica riduce il numero di agenti patogeni come colibatteri e salmonella, e praticamente annulla le capacità germinative degli erbicidi. Il residuo è sterile e può efficacemente sostituire il concime minerale salvaguardando le falde acquifere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino