«Stuprata in spiaggia a 15 anni, ecco cosa successe quella notte»

foto di archivio
JESOLO - Ha ripetuto il suo racconto di quella notte terribile, stavolta davanti al giudice e alla psicologa. Incidente probatorio, ieri, in Tribunale a Venezia, nel procedimento...

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JESOLO - Ha ripetuto il suo racconto di quella notte terribile, stavolta davanti al giudice e alla psicologa. Incidente probatorio, ieri, in Tribunale a Venezia, nel procedimento che ha portato in carcere, a fine agosto, il 25enne senegalese Mohamed Momo Gueye, detto Mario, con l'accusa di aver violentato in spiaggia, a Jesolo, una ragazza di appena 15 anni, conosciuta poco prima in discoteca. Un episodio che aveva scosso l'opinione pubblica, scatenando anche le reazioni della politica. In questi mesi il pubblico ministero Massimo Michelozzi ha portato avanti le indagini. E ieri è stata raccolta la testimonianza della ragazzina, con tutte le cautele previste in casi che coinvolgono minori. Un'ora, poco più, di esame in cui la ragazza ha ripercorso il racconto della violenza subita quella notte.

 
MINORE TUTELATO
Per questa testimonianza così delicata, il giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Andrea Battistuzzi, ha nominato come ausiliaria una psicologa ed è stata lei a porre le domande alla 15enne. La ragazza è stata protetta anche dal contatto con le altri parti del procedimento. In pratica l'esame è avvenuto in una stanza dove c'erano soltanto il giudice, la psicologa e la ragazza. Ad assistere, ma da un'altra stanza, attraverso un vetro oscurato, il pm Michelozzi, l'avvocato Jacopo Stefani, difensore di Mohamed Momo Gueye, e l'avvocatessa Angela Filippi, costituitasi parte offesa per la ragazza, con una propria psicologa di parte.

IL RACCONTO
La ragazzina ha risposto alle domande della psicologa ripercorrendo, anche se con un po' di confusione, quanto riferito alla polizia, subito dopo il fatto. In vacanza con i genitori a Jesolo, quella notte era andata in discoteca con degli amici più grandi. Una serata di divertimento finita nel peggiore dei modi.

Alle 5 del mattino, la ragazzina era rientrata dalla spiaggia sconvolta e in lacrime. Particolari riferiti dalle prime persone che l'avevano soccorsa. Alla polizia, intervenuta subito dopo, aveva raccontato di essere stata attirata con una scusa da quell'uomo appena conosciuto nel locale, e di essere stata poi costretta con le minacce a seguirlo in spiaggia, dove l'aveva violentata. A confermare il rapporto sessuale, in mano alla Procura, c'è il referto del pronto soccorso che riferisce anche di una lesione subìta dalla ragazzina a un braccio.

LA DIFESA

Da parte sua, il 25enne ha sempre negato la violenza. Ha ammesso di aver avuto un rapporto con quella ragazza, sostenendo però che era stato consenziente. E che la stessa ragazza aveva anche sostenuto di essere maggiorenne. In ogni caso, sopra i 14 anni, un rapporto consenziente non è più reato. Una versione che non aveva convinto il pm, ma nemmeno il Tribunale del riesame, che aveva lasciato in carcere il giovane. Ora i termini della custodia cautelare sono in scadenza. E la Procura, anche alla luce dell'incidente di ieri, tirerà le fila dell'inchiesta. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino