Profughi ucraini. A Jesolo gli hotel offrono le camere e i proprietari le loro seconde case

Profughi ucraini. A Jesolo gli hotel offrono le camere e i proprietari le loro seconde case
JESOLO - Albergatori che hanno messo a disposizione le camere dei propri hotel, ma anche cittadini che garantito la disponibilità delle loro seconde case. Profughi ucraini,...

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JESOLO - Albergatori che hanno messo a disposizione le camere dei propri hotel, ma anche cittadini che garantito la disponibilità delle loro seconde case. Profughi ucraini, la città apre le porte. E' una mobilitazione generale quella che sta coinvolgendo il litorale per aiutare la popolazione ucraina.

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IN COMUNE

Addirittura per coordinare al meglio le varie richieste in Municipio è stata aperta un'unità di crisi all'interno dei Servizi sociali che si occuperà solo di questo. Del resto da alcuni giorni si stanno registrando i primi arrivi di chi fugge dalla guerra. Si tratta di alcune decine di persone, donne e bambini, che sono arrivati a Jesolo autonomamente, appoggiandosi a parenti, amici o conoscenti residenti sul territorio che le ospitano nelle proprie abitazioni. Per alcuni è stato necessario utilizzare degli appartamenti messi a disposizione da alcuni privati, mentre per altri è scatta una ricerca di un alloggio come avvenuto ieri per tre donne e due bambini di 2 e 4 anni. Ma secondo le stime del Comune, nelle prossime ore queste richieste potrebbero aumentare ed è per questo che è stato deciso di attivare un ufficio specifico per cercare di dare delle risposte pressoché immediate incrociando le richieste e gli alloggi offerti dai privati.


GLI ALBERGATORI

Tra le offerte non mancano quelli degli albergatori, come l'albergatore Matteo Rizzante, ma anche privati che hanno messo a disposizione stanze e seconde case. Vista l'emergenza il Comune metterà a disposizione anche i propri alloggi attualmente liberi e che verranno impiegati solo per lo stretto necessario. Fondamentale, in ogni caso, la collaborazione di alcune cittadine ucraine residenti in città e delle associazioni di volontariato locali che già oggi dovrebbero incontrare l'amministrazione per affinare il coordinamento. «Dall'inizio del conflitto spiega il vicesindaco Roberto Rugolotto i nostri uffici hanno ricevono di media cinque, sei richieste di ricongiungimento. Si tratta di persone che riescono ad arrivare in Italia autonomamente e che giungono a Jesolo perché qui hanno parenti o amici. Non sempre possono stare nella stessa casa, per questo dobbiamo trovare delle soluzioni. Nelle prossime ore ci aspettiamo un aumento di richieste e anche i primi arrivi più numerosi. Per questo stiamo affinando il coordinamento».


GLI AIUTI

Sul fronte della solidarietà sabato è arrivato a Sambir, città ucraina al confine con la Polonia, il primo carico di materiale raccolto in città con la parrocchia San Giovanni Battista e la spedizione pagata da due cittadine ucraine: a Kiev sono stati poi portati i medicinali, a Kharkiv il cibo. Sempre ieri sono arrivati a destinazione i 5 tir organizzati da Asolo Tir di Matteo Bergamo, arrivati anche a Leopoli mentre lo stesso imprenditore ieri è arrivato a Random in Polonia dove sta aiutando 120 persone. Il Comune, con la partecipata Jesolo Patrimonio, ha individuato un magazzino di circa 400 metri quadrati nel quale verranno raccolti i beni di prima necessità raccolti in questi giorni. «Oltre alle richieste di aiuto conclude Rugolotto - riceviamo altrettante manifestazioni di disponibilità da parte dei nostri concittadini e delle imprese locali. È bello vedere questa mobilitazione, spesso spontanea e silenziosa. Ora ci confronteremo anche per le spedizioni».

 

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Il Gazzettino