JESOLO - Assaltano in venti il mini market, picchiano il titolare, la moglie e un cliente che era accorso in aiuto, e alla fine minacciano di bruciare il locale. È stata...
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A un certo punto sono entrate una ventina di persone – ricorda Nizanur – tutte di etnia Rom, tra i 25 ed i 40 anni. Hanno iniziato a portarsi via merce, soprattutto bottiglie di acqua e bevande, buttando, quindi tutto per terra». Lui cerca di intervenire, per fermarli, ma viene continuamente bloccato. Sembra quasi un’azione di disturbo, o comunque un diversivo, perché l’obiettivo reale è la cassa. «Sono andati alla cassa, dove c’era mia moglie, decisi a portarla via. Così sono intervenuto e loro mi hanno picchiato». E mostra la guancia sinistra gonfia e quella destra con un piccolo sfregio. «Anche mia moglie è stata poi picchiata alla testa e alla pancia».
BOTTE AL CLIENTE
Arriva in soccorso un cliente storico, un bresciano di 45 anni, che prova a calmarli, comunque a prendere le difese dei coniugi bengalesi, ma come risposta viene a sua volta picchiato: per lui 10 giorni di prognosi. «Fuori era pieno di gente – continua il racconto Nizanur – però nessuno interveniva, terrorizzati da quello che stava succedendo». Un vicino chiama la polizia e così, all’arrivo della volante, il gruppo si allontana. Giusto in tempo: come ricorda il titolare del mini market, il gruppo aveva infatti minacciato di dare fuoco al locale. «Per fortuna è arrivata la polizia e loro sono andati via. Comunque ho avuto paura: con questa gente cosa puoi fare? E se avessero avuto qualcosa in tasca?». La moglie è stata in ospedale e ora sta bene. L’uomo ha sporto denuncia in Commissariato. «In tanti anni che gestisco questo negozio una cosa del genere non mi era mai capitata. Magari c’è sempre qualcuno che prova a fare il furbo e tenta di portarsi via un sacchetto di patatine o una bottiglia di coca cola. Ma una cosa così è incredibile». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino