Jeep sul greto del fiume, l'Aci Sport: «Questi sono fuoristradisti somari»

Jeep sul greto del fiume, l'Aci Sport: «Questi sono fuoristradisti somari»
«Bisogna capire che ci sono fuoristradisti bravi e fuoristradisti somari. E noi pensiamo di essere dalla parte dei bravi». La pensa così Mauro Tavella (nella...

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«Bisogna capire che ci sono fuoristradisti bravi e fuoristradisti somari. E noi pensiamo di essere dalla parte dei bravi». La pensa così Mauro Tavella (nella foto), dirigente federale internazionale dell'Aci Sport nonché organizzatore della tappa italiana di Italian Baja, un rally per appassionati che «si svolgerà in Friuli sul Tagliamento, a giugno: lo facciamo sempre fra il ponte di Dignano e il ponte di Madrisio».


Jeep e motociclette in gara sul greto ​del Tagliamento: «Ho visto tutto» /Foto

Ovviamente, con tutte le autorizzazioni del caso e le carte in regola. Il che fa la differenza anche in euro sonanti. «Per manifestazioni di questo tipo viene pagato un canone - spiega -. Si dà a tariffa chilometrica oppure, quando c'è un evento di particolare importanza come il nostro, si paga a forfait di 600 euro al giorno. Per due giorni e mezzo, quindi, paghiamo circa 1.500 euro». Senza contare il capitolo sicurezza: «È la prima voce dell'evento - prosegue Tavella -. Spendiamo quasi 60mila euro solo per la tappa friulana. Solo il dispositivo che comunica la posizione Gps delle macchine che corrono ogni 3  secondi costa ottomila euro. Poi ci sono gli elicotteri, la commissione di percorso...».
L'evento di domenica segnalato dalla lettrice e stigmatizzato da una schiera di sindaci, nonché dall'assessore regionale? «A quanto mi risulta - dice Tavella - non è una manifestazione organizzata. Secondo me, un evento così non è in regola con la normativa. Non so chi l'abbia promosso. So che per tradizione diverse persone si danno appuntamento l'ultima domenica di gennaio, senza un'organizzazione, un tracciato o un roadbook e senza chiedere autorizzazioni. So che lo fanno da tantissimi anni, sin dai primi anni Ottanta, quando c'erano meno divieti».
Ma aggiunge il dirigente, «l'autorizzazione è un must della nostra autorizzazione e su questo non si transige. Secondo me questi signori hanno fatto una cosa non conforme e ci dissociamo da questa iniziativa. Noi siamo rigidi sul rispetto delle norme. Se la norma prevede che bisogna pagare e avere l'autorizzazione, bisogna farlo per essere in regola». Insomma, anche secondo Tavella «se li avessero multati, avrebbero fatto bene», anche se, spiega, lui la pensa diversamente dalla lettrice che ha fatto la segnalazione. Tavella ricorda comunque che non bisogna attaccare nel mucchio: «Nessuno se la prende con i ciclisti indisciplinati, ma tutti se la prendono con i fuoristrada, senza ricordare che spesso facciamo anche scuola guida alla Protezione civile, insegnando a loro proprio a fare guadi, salite e discese sul Tagliamento o sul Meduna. Abbiamo una cultura dell'ambiente molto forte».

E Chiara Zoppellaro, ex consigliera nazionale della Federazione italiana fuoristrada ricorda che «il mondo dei fuoristrada ha uno scopo sociale e turistico e appoggia la Protezione civile. Quando si fanno i raduni autorizzati vengono rispettate tutte le norme relative alla nidificazione e ai periodi in cui i pesci depongono le uova. Per fare gare serve una licenza, macchine preparate e dotazioni di sicurezza». Secondo lei bisognerebbe «mettersi tutti intorno a un tavolo, sindaci e fuoristradisti, per arrivare a un accordo comune, con regole condivise». Quanto al caso di domenica, lei invita a «non demonizzare una consuetudine che si ripete da 35 anni».
Cdm Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino