SAN FIOR (TREVISO) - Era partito il 4 ottobre scorso per un viaggio negli Stati Uniti, ma dopo una decina di giorni i suoi parenti, non avendo più notizie di lui, ne...
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IL MISTEROCosa sia precisamente accaduto non è ancora stato spiegato nemmeno ai cugini di Marcon, unici familiari rimasti, i primi ad attivarsi un paio di settimane fa preoccupati per le sorti del 68enne che da giorni ormai non telefonava e non mandava messaggi dall'America. Appassionato di moto, Marcon era già stato in passato negli Stati Uniti, ma in questo circostanza si era mosso diversamente, con i mezzi pubblici, deciso ad attraversare gli stati del Sud dalla Georgia per poi spostarsi verso Ovest. «Faceva sempre un viaggio all'anno, con destinazioni sempre diverse - spiegano i familiari -, e a inizio ottobre era partito da solo». Niente di strano dunque, era abituato ad arrangiarsi anche all'estero. Ma cosa è successo allora? «È una persona tranquilla, per nulla aggressiva, che ha sempre dato una mano in paese dove in passato gestiva un negozio di articoli sportivi - raccontano dall'Università della terza età, di cui era segretario -. Veniva alle lezioni, preparava i banchi e raccoglieva le iscrizioni. Marino è una persona disponibile, di certo non un attaccabrighe».
LA DENUNCIAIl 19 ottobre i cugini di Marcon hanno chiesto aiuto ai carabinieri della stazione di Godega di Sant'Urbano del maresciallo Maurizio Pederiva e hanno presentato una denuncia di scomparsa, diramata alle autorità internazionali. Dopo qualche giorno il riscontro dagli Stati Uniti: «Marcon sta bene, ma è in carcere a Fulton, in Georgia». «A quel punto è stato subito attivato il Ministero degli Affari Esteri - spiega il sindaco di San Fior Giuseppe Maset -. Ma è stato chiesto aiuto anche al console onorario di Atlanta che sta cercando di mettere in contatto i familiari di Marcon con lo sceriffo della contea di Fulton e con il nostro concittadino. Al momento le notizie rispetto a quanto accaduto sono limitatissime. Ovviamente siamo preoccupati, anche perchè si tratta di una persona molto conosciuta in paese, una persona per bene, che conosco anche personalmente. Attendiamo aggiornamenti di minuto in minuto, anche per capire se, dopo il pagamento della cauzione, possa tornare subito in Italia». Difficile al momento stabilire cosa sia successo, se vi possa essere stata qualche incomprensione tra le forze dell'ordine americane e il pensionato, se abbia reagito a un tentativo di furto o aggressione, oppure se si sia comportato davvero in modo aggressivo, alzando le mani su qualcuno e provocando i danneggiamenti di cui è accusato, magari perché in preda a una crisi di qualche tipo.
Alberto Beltrame Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino