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ROVIGO - Un bambino di 9 anni di Rovigo, è finito in quarantena, nonostante due tamponi negativi, a causa di un contatto con un suo coetaneo, risultato positivo, nel corso di un allenamento di basket, ma questo ha aperto una serie di difficoltà alle sue giornate. La vicenda inizia nella serata del 19 novembre quando si era svolto l'allenamento della squadra di basket giovanile che avrebbe dovuto giocare la domenica mattina.
L'ALLARME
Il sabato sera arriva a tutte le famiglie dei bambini che hanno preso parte all'allenamento, un messaggio dalla società cestistica per avvisare che un bambino era risultato positivo, senza dire se si devovea o meno attivare l'isolamento precauzionale, che spetta al Sisp dell'Ulss 5. La domenica 21 sera, ossia più di 48 ore dopo l'allenamento, un bambino che era stato all'allenamento viene accompagnato dai genitori a fare un tampone rapido, il cui esito risulta essere negativo.
LA RISPOSTA
«Essendo il Città di Rovigo una struttura privata, non ce la siamo sentiti di prenderci la responsabilità di accettare un bambino, che per quanto fosse risultato due volte negativo, era comunque in quarantena - afferma il direttore generale del policlinico, Stefano Mazzuccato - essendo una visita non di vitale importanza, è stato scelto di rinviarla di un paio di settimane». Lunedì la famiglia ha accompagnato nuovamente il bambino, questa volta alla cittadella dell'Ulss 5, avendo come responso il terzo esito negativo del tampone. Tanto l'amaro in bocca per la famiglia, visto che nonostante due tamponi negativi e nessun sintomo, il bambino è stato costretto in isolamento, tra l'altro non avendo avuto alcun contatto diretto con il compagno di allenamento, dato che i bambini avevano giocato tutti singolarmente.
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