VENEZIA - Otto edifici da camuffare tra l'isola novissima nella bocca di porto del Lido, sul litorale del Lido e di Punta Sabbioni dove sistemare gli ingombranti impianti...
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IL DIBATTITO
Ieri pomeriggio nella sede di Thetis, all'Arsenale, è andato in scena il confronto pubblico tra il Consorzio Venezia Nuova, il Provveditorato alle Opere pubbliche e le varie associazioni che hanno presentato parecchie osservazioni perchè i progetti delle opere di mitigazione ambientale tengano presente varie istanze. Sarà compito di Thetis quello di elaborare tutti i suggerimenti ricevuti e di metterli a disposizione dei progettisti perchè si arrivi a progetti condivisi.
Ma le idee in alcuni punti sembrano molto lontane. Presente anche una rappresentanza del Comune rimasto per tre ore nelle retrovie, spuntato solo quando tutti ne reclamavano l'assenza. Per ora l'unica certezza è che non risulta necessaria la valutazione di incidenza ambientale sulle opere, che sarà comunque richiesta nel momento in cui dovesse risultare necessaria.
GLI INTERVENTI
Nell'isola novissima è prevista la realizzazione di una darsena per le barche da diporto lato Bacan, servita da un bar e con un punto informazioni nel corpo centrale. Gli edifici, che andranno mascherati e che conterranno gli impianti tecnologici per il funzionamento del Mose, saranno ricoperti forse da pannelli solari. Ma la partita è ancora aperta. Dal lato di San Nicolò, invece, è prevista la realizzazione di un ristorante panoramico con vista sulla bocca di Porto, una piccola darsena, l'installazione di bilance ovvero capannoni con le reti da pesca tipiche del panorama lagunare, una gelateria e un parcheggio per le bici. In mezzo al verde dovrebbero trovar posto anche due piscine.
I SUGGERIMENTI
Antonio Borgo, della Lipu, ha chiesto che venga limitata al massimo la presenza umana nell'area di San Nicolò, o comunque che venga data in concessione alla Lipu l'area di spiaggia a ridosso della diga dalla parte del mare, e che nella piantumazione si riproponga lo stesso habitat presente attualmente in modo da favorire la nidificazione del fraticello, specie in estinzione, grazie anche alla tutela del fratino. Sulla stessa linea gli interventi del bioarchitetto Sandro Castagna, dei docenti Stefano Boato e Carlo Giacomini sulle volumetrie degli edifici, che si ergerebbero come grattacieli in laguna, propendendo invece per una copertura a mo' di terrazza panoramica della cittadella degli impianti del Mose. Boato ha insistito anche sulla necessità di studiare dei percorsi ciclopedonali. Il dubbio sollevato è che ci sia poco margine di intervento. Tra l'altro tra le osservazioni del pubblico c'è la richiesta la documentazione online sia leggibile, perchè gli elaborati risulterebbero in bassa risoluzione. Prossima puntata il 20 giugno sulla bocca di porto degli Alberoni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino