Famiglia islamica contro l'ora di educazione fisica: «Sì, ma con il velo»

Famiglia islamica contro l'ora di educazione fisica: «Sì, ma con il velo»
PORDENONE - L'ora di educazione fisica a scuola vissuta assieme ai compagni di classe di sesso maschile va bene, ma dev'essere lasciata la libertà alla famiglia di...

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PORDENONE - L'ora di educazione fisica a scuola vissuta assieme ai compagni di classe di sesso maschile va bene, ma dev'essere lasciata la libertà alla famiglia di decidere cos'è meglio per la propria figlia. In sintesi, è l'opinione che filtra dalle stanze del Centro islamico della Comina, la massima rappresentanza istituzionalizzata dell'universo musulmano pordenonese. Il caso della giovane studentessa originaria del Maghreb la cui famiglia ha chiesto a un istituto scolastico cittadino di non farla partecipare alle lezioni di educazione fisica (il problema era rappresentato dalla presenza contemporanea in palestra di ragazzi e ragazze) ha suscitato reazioni anche all'interno del Centro islamico. La replica è stata affidata non all'Imam Hosni, che si trova all'estero e ha scelto di non parlare, ma al vicepresidente dell'associazione, Ben Driss. La sua posizione, che rappresenta quella del Centro islamico, da un lato riconosce (ce ne fosse stato bisogno) la libertà della scuola di perseguire gli obiettivi fissati nel  programma educativo, ma dall'altro consegna alla famiglia la potestà di decidere sul presente e il futuro della figlia. «La religione - spiega - non vieta l'attività in palestra tra maschi e femmine, ma le famiglie possono scegliere ciò che è meglio per i propri figli. Non si tratta di un divieto, che in questo caso non è proprio dell'Islam, ma di una scelta». In realtà però il calendario delle lezioni scolastiche non prevede, a meno di problemi fisici, l'esonero aprioristico dalle lezioni di ginnastica. 

IL GRUPPO GIOVANILEPiù specifica, invece, la replica dei Giovani Musulmani, associazione pordenonese sorella del Centro islamico. «Il Corano - spiega Abdramane Gnegne - ci dice che l'attività sportiva non è vietata, e la conferma ci arriva anche dalle tante campionesse islamiche che hanno preso parte ai Giochi olimpici. Il tutto, però, a patto che le ragazze (anche in età preadolescenziale, ndr) si coprano bene le parti del corpo in vista». A ginnastica sì, ma con il velo. 

I COMMENTIMa a commentare la notizia non è stato solo il mondo vicino alle minoranze musulmane pordenonesi. Il dibattito è stato acceso anche in politica, con alcuni esponenti delle forze locali che hanno duramente attaccato la scelta della famiglia, ergendosi a difesa della scuola. Alessandro Basso, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, ha parlato di «autentica follia», dichiarando la propria vicinanza alle posizioni espresse dal mondo scolastico locale. «Di fronte a certi episodi è necessario non generalizzare - ha detto invece Marco Salvador di Pordenone 1291 -, già molte famiglie musulmane sono perfettamente integrate sui nostri principi, ma non bisogna trascurare l'allarme che da essi proviene e che vede a Pordenone emergere, attraverso questa triste storia, alcune sacche di pesante arretratezza». E stando alle ultime indiscrezioni che filtrano da Trieste, anche il consiglio regionale potrebbe interessarsi alla vicenda.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino