Nuovo vertice in prefettura per l'Iras, ultima chiamata per il salvataggio

L'Iras di Rovigo
ROVIGO - «Sto lavorando a pancia a terra sulla questione Iras. Entro l'estate deve essere trovata una soluzione per salvare casa di riposo e lavoratori». Il...

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ROVIGO - «Sto lavorando a pancia a terra sulla questione Iras. Entro l'estate deve essere trovata una soluzione per salvare casa di riposo e lavoratori». Il sindaco Edoardo Gaffeo, in questi giorni, ha incontrato i diversi attori che hanno un ruolo importante nel salvataggio di Casa serena, la cui struttura rischia di tornare in toto al Comune in seguito al taglio del servizio dell'ente che si occupa dell'assistenza e cura degli anziani ospiti, sotto la sorveglianza della Regione. «Il 5 luglio - annuncia il sindaco - ci sarà un nuovo tavolo in prefettura cui parteciperà anche l'Iras per fare il punto della situazione. L'ente dovrà illustrare il nuovo piano industriale con soluzioni per il bilancio in rosso, un buco di circa 6 milioni, e un eventuale ridimensionamento del servizio che potrebbe prevedere lo svuotamento in parte o in toto di Casa serena verso la struttura di San Bortolo». L'obiettivo, ha ribadito il sindaco, è quello «di mantenere la valenza socio assistenziale di Casa serena anche grazie all'Ater e all'Ulss 5, con cui sono quotidianamente in contatto per studiare un piano di salvataggio dei posti di lavori eventualmente in eccesso».

L'APPELLO

Il sindaco aggiunge di avere consegnato, la settimana scorsa, una lettera al governatore Luca Zaia e all'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, in visita all'ospedale cittadino in occasione dell'inaugurazione delle due innovative sale operatorie, per chiedere un intervento della Regione in merito alla crisi alle Rsa i cui bilanci sono stati messi ulteriormente in crisi dal Covid. «Aziende - ha detto il sindaco - che si trovano a lavorare con una produttività del 70% con il rischio di chiudere e lasciare la provincia senza il servizio». Il ridimensionamento dell'Iras è ormai inevitabile. Per salvare i conti in rosso dell'ente assistenziale, commissariato dalla Regione dal 2016, il Comune potrebbe presto riprendersi una parte di Casa serena per adibirla ad altri servizi assistenziali, in collaborazione con l'Ulss 5. Ad aggravare i conti dell'ente, negli ultimi mesi, l'emergenza Covid che ha visto una riduzione drastica di personale e ospiti per perdite di circa un milione. Casa serena, in realtà, da tempo viaggia a scartamento ridotto. Qui sono assistiti circa 50 ospiti non autosufficienti a fronte di 100 posti letto accreditati, con costi fissi insostenibili. Il resto dei letti occupati, per un totale di 280 posti, sono nella struttura di San Bortolo.

LA CONVENZIONE

L'immobile della Commenda è di proprietà del Comune, nel 2004 è stato dato in comodato d'uso gratuito per un periodo di 99 anni all'ente assistenziale che si sarebbe dovuto occupare appunto di lavori e migliorie. La convezione, però, specifica che in caso in cui il rapporto tra le due parti dovesse cessare, il Comune è tenuto a subentrare all'ammortamento degli investimenti sostenuti. Una surroga che ben ricorda la vicenda del polo natatorio. La via imboccata da palazzo Nodari, per evitare la chiusura di Casa serena, con conseguenze socio-assistenziali drastiche per la città, potrebbe essere quella di rivedere la convenzione in essere per l'immobile della Commenda, lasciando dunque all'Iras solo l'altra metà dello stabile. I 3 milioni nel bilancio comunale alla voce rischi e soccombenze andrebbero a risanare le casse dell'ente assistenziale, evitandone la chiusura. 

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Il Gazzettino