La Lega propone come cambiare l'accordo per arrivare al salvataggio dell'Iras

L'Iras a San Bortolo, a Rovigo
ROVIGO  - «Il sindaco ha detto che deve decidere il consiglio e il consiglio deciderà». A indicare una possibile via di uscita per il futuro...

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ROVIGO  - «Il sindaco ha detto che deve decidere il consiglio e il consiglio deciderà». A indicare una possibile via di uscita per il futuro dell’Iras è il capogruppo della Lega Michele Aretusini, che nella conferenza dei capigruppo per fissare la data del consiglio comunale chiamato a esprimersi sulla delibera e sull’accordo di programma per Casa Serena, ha presentato un emendamento. L’idea è quella emersa negli ultimi giorni, dopo i pareri negativi di segretario generale, dirigenti e revisori dei conti, sulla non sostenibilità economica dell’operazione: ovvero chiudere consensualmente la convenzione versando i 3,1 milioni già in bilancio a saldo degli investimenti che Iras ha fatto su Casa Serena. Rispondendo indirettamente al sindaco che più volte ha detto che tale strada non è praticabile, perché il Comune non può intervenire per salvare economicamente un altro ente, nell’emendamento si parte dai pareri di dirigenti e consulenti per sottolineare che i 3.127.515 euro non sarebbero versati per il “salvataggio dell’ente”, ma sono un credito che Iras “avrebbe verosimilmente a pretendere nei confronti del Comune per gli investimenti non ammortizzati”, somme che il Comune potrebbe dover pagare, anche in misura maggiore, in via giudiziale. Tutto, discende dalla convenzione stessa, nella quale è previsto che in caso di scioglimento anticipato, il Comune è tenuto a subentrare nei debiti relativi agli investimenti, che sono stati riconosciuti in 4,3 milioni, ma anche nei contratti con dipendenti, fornitori e ospiti. E le contestazioni sulle mancate manutenzioni di Casa Serena, lo dice il consulente del Comune Franco Mastragostino, hanno pochi appigli perché nulla è stato eccepito dal 2004 a oggi.

L’ACCUSA
Accanto alla proposta “tecnica”, da Aretusini, c’è un affondo politico: «Se la maggioranza non vuole votare questa proposta, mantengano almeno il numero legale, perché noi la voteremo. I dirigenti non hanno bocciato l’accordo di programma per il milione in più, ma perché non era a loro avviso sostenibile neppure nella prima formulazione. Il sindaco e questa amministrazione hanno fallito. È imbarazzante vedere un sindaco che si vede bocciare dai suoi dirigenti un accordo da lui fortemente voluto e scarica tutto sul consiglio comunale dicendo: “Sta ai consiglieri decidere”, con l’intento di farla bocciare e scaricare il fallimento. Abbiamo lavorato a un emendamento semplice: tornare all’origine della questione, ossia ai 3,1 milioni circa che il Comune dovrebbe versare con lo scioglimento della convenzione, come accadrebbe in caso di liquidazione, ricevendo in cambio Casa Serena, sulla quale ci sarà poi il tempo di impostare un piano di recupero, alla luce della disponibilità espressa da Ulss, Regione e Ater».

L’ITER PER IL CONSIGLIO
La presidente del consiglio Nadia Romeo spiega che «alla luce dell’emendamento del consigliere Aretusini è necessario riacquisire i pareri in vista del consiglio del 1. giugno. Non arrivassero in tempo e considerando l’assenza del sindaco per alcuni giorni, il consiglio andrà fatto entro il 13 giugno, penso proprio quel giorno».
Scaletta immediatamente comunicata all’assessore regionale Manuela Lanzarin. «Ho già fatto la lettera alla Regione sottoponendo quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo». E verosimilmente sarà accettata, perché è facile pensare che visti i rapporti tra Lanzarin e il gruppo della Lega, l’emendamento sarà stato concordato. «È interesse di tutti fare una scelta consapevole per questo servono i pareri tecnici - aggiunge Romeo - vogliamo evitare un contenzioso da 4,3 milioni e chiudere eventualmente con i 3,1 milioni per gli ammortamenti delle spese sostenute dall’Iras su Casa Serena. Le modalità vanno studiate. Nessuno l’ha mai escluso, mai è stato messo nero su bianco un parere sulla sola chiusura della convenzione, in ogni caso il consiglio può decidere cosa fare. A suo tempo era stato dato mandato al sindaco di fare ogni cosa per non liquidare l’Iras e ben venga questa strada se percorribile, cosa sostenuta sempre anche dal mio gruppo del Pd».


Il consigliere di opposizione Antonio Rossini rimarca come «l’auspicio è che si torni alla via iniziale, come sempre ho sostenuto, e che su Casa Serena, una volta tornata al Comune, si imposti un concorso-progetto nel quale coinvolgere anche Fondazione e privati. Il vantaggio, oltre a mantenere in vita l’Iras, è evitare cause che potrebbero arrivare a richieste di danni fino a 10 milioni, che andrebbero accantonati». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino