TREVISO Quando ha scoperto di avere un tumore al seno si è subito rivolta a un centro lontano da casa che pensava particolarmente specializzato. Qui le hanno asportato la...
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LE ÉQUIPE Ma l’unità di Chirurgia Plastica diretta da Giorgio Berna ha portato a termine un capolavoro: attraverso un’operazione chirurgica durata 12 ore, i medici hanno prima prelevato del tessuto dall’addome della stessa 45enne e poi, con questo, le hanno ricostruito il seno. Le mammelle sono state riformate riducendo la pancia. «È stato un grandissimo intervento di ricostruzione mammaria in microchirurgia che ha impegnato più équipe – spiega il primario – ci sono pazienti che dopo la radioterapia, o anche per altri motivi, non possono sopportare l’inserimento di una protesi. E allora ci si serve di tessuto autologo. Cioè del paziente stesso. Possono essere dei muscoli presi dalla parte posteriore del torace o del tessuto senza muscoli che viene anastomizzato, legandolo ai vasi ascellari o toracici. Il tessuto, come il grasso autologo, viene inserito nella sede toracica dove è stata tolta la mammella, poi si ricostruisce il capezzolo in anestesia locale. E grazie alla collaborazione con la Lilt è possibile anche il tatuaggio dell’areola».
I CONTROLLI L’operazione sulla 45enne è riuscita perfettamente. Adesso dovrà sottoporsi a una serie di controlli. Ma a livello chirurgico non ci sono stati problemi. «Si è trattato di un intervento molto sofisticato, con un impegno anestesiologico importante, che ci dà davvero una grossa soddisfazione – sottolinea Berna – altrove avevano negato alla donna la ricostruzione del seno dopo la mastectomia. È incredibile che in alcuni centri si sia ancora a questo punto. La ricostruzione, quando possibile, non si dovrebbe negare a nessuno. Perché la guarigione, quando si parla di un tumore del genere, non riguarda solamente la malattia, ma il totale recupero dell’integrità del corpo: nel caso del seno questo corrisponde al riappropriarsi della propria femminilità». L’ospedale di Treviso è un punto di riferimento a livello internazionale per la ricostruzione delle mammelle: ne vengono eseguite più di 300 all’anno. Due anni fa è stata proprio l’unità di Chirurgia Plastica del Ca’ Foncello, in collaborazione con il centro inglese Spire Bristol Hospital, a presentare una nuova tecnica che permette di riformare il seno senza effetti collaterali: le normali protesi in silicone vengono rivestite con una speciale membrana biologica che riduce al minimo i rigetti e le reazioni da corpo estraneo.
ALL’AVANGUARDIA Ormai la tecnica si è diffusa in tutto il mondo. «Treviso è più che mai all’avanguardia – rimarca Berna – stiamo lavorando molto per sviluppare la ricostruzione immediata: grazie alla collaborazione con la Breast Unit, è possibile rimuovere il tumore e subito dopo eseguire la ricostruzione del seno. Oggi nel 30% dei casi di mastectomia totale la ricostruzione viene fatta in questo modo: senza che le donne debbano tornare in sala operatoria. È importante anche dal punto di vista psicologico: una paziente entra ammalata ed esce guarita, non solo perché le è stato asportato il tumore ma anche perché ha riacquistato la sua femminilità. La cosa più bella è trovare poi le pazienti al mare, alcune fermano me e i miei collaboratori: sono fiere del loro seno ricostruito. Per noi questa è la soddisfazione maggiore». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino