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ROVIGO- Un grande retroporto di Venezia. Questo dovrebbero diventare le aree del Polesine ricomprese nella Zls, grazie a investimenti mirati sulla logistica, sulla sostenibilità e con un impulso decisivo all’Interporto di Rovigo, con la speranza che l’effetto traino possa portare, sull’asse Venezia-Rovigo, una rinnovata vitalità all’intero tessuto provinciale. Con la deliberazione della giunta regionale è stata approvata la versione definitiva del Piano di sviluppo strategico per l’istituzione della Zona logistica semplificata Porto di Venezia-Rodigino, trasmessa alla presidenza del Consiglio dei ministri. La palla ora è sul tavolo del ministero del Sud e della Coesione territoriale, che dopo il vaglio tecnico dovrebbe sottoporre il decreto istitutivo alla firma del presidente del Consiglio Mario Draghi. Il presidente di Confindustria Venezia- Rovigo Vincenzo Marinese, che sulla Zes prima e sulla Zls poi ha scommesso e investito, ha indicato in settembre il mese dell’operatività.
I CARDINI
Il fulcro di tutto è il porto di Venezia e lo scopo principale della Zls è di rendere quello lagunare, insieme a quello di Chioggia, “il principale porto multipurpose di riferimento per l’area del Mediterraneo orientale”, che, “con la Zls, potrebbe attrarre 5 miliardi di importazioni e 9 miliardi di esportazioni aggiuntive”. I benefici per il Polesine arriverebbero a cascata. Il presidente della Regione Luca Zaia ha sottolineato che «le stime dicono che la Zls Porto di Venezia-Rodigino in dieci anni può produrre investimenti economici pari a 2,4 miliardi di euro, un aumento di 177mila posti di lavoro e un incremento dell’export del 40% e dell’8,4% del traffico portuale».
Dei 4.681 ettari individuati come area della Zls, 1.928 sono in Polesine.
LE RICADUTE
Per quanto riguarda le linee programmatiche, per il Polesine si parla di “rafforzare l’attività formativa con particolare riferimento al settore della logistica e della robotica”. Non manca una citazione al Distretto ittico, ma particolare attenzione è rivolta al Distretto della giostra, per il quale “si intende sviluppare tutta la filiera delle imprese metalmeccaniche che concorrono alla produzione delle attrezzature per parchi divertimenti”, oltre a una formazione specifica, poi, sempre in Alto Polesine, l’agro-industriale, per il quale “si intende favorire lo sviluppo e l’ampliamento degli insediamenti esistenti nonché l’ubicazione di nuove realtà che sviluppino la produzione di attività agroindustriali: la forte propensione all’export di queste aziende viene condizionata da un carente sistema infrastrutturale e il collegamento intermodale con la Conca e la banchina di Bagnolo Po, se opportunamente infrastrutturato può garantire un sistemico e strutturale collegamento fluviale fa l’Alto Polesine, l’Interporto di Rovigo e il Porto di Marghera”.
Per l’area mediopolesana e di Occhiobello si parla di “immaginare la creazione di un polo tecnologicamente avanzato nell’ambito della ricerca e dell’innovazione in stretta connessione con il polo industriale già presente, con particolare propensione per la produzione di manufatti plastici”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino