Insulti razzisti contro l'arbitro indiano, squalifica del campo per l'Altobello

Insulti razzisti contro l'arbitro indiano, squalifica del campo per l'Altobello
«Torna a vendere gli elefanti in Bangladesh, dovreste essere bruciati tutti come gli ebrei». Questo il gravissimo insulto rivolto da un “tifoso”...

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«Torna a vendere gli elefanti in Bangladesh, dovreste essere bruciati tutti come gli ebrei». Questo il gravissimo insulto rivolto da un “tifoso” dell’Altobello Aleardi Barche all’arbitro di origine indiana Adarsh Rosiglioni, 26enne della sezione Aia di San Donà, che domenica scorsa ha diretto a Zelarino la partita di Terza categoria (girone San Donà-Portogruaro) tra i mestrini e il Torre di Mosto terminata 3-3. Il rapporto arbitrale riferisce che «un isolato sostenitore dell’Altobello, a fine gara, inveiva contro il direttore di gara con gravi espressioni razziste, quali “torna a vendere gli elefanti in Bangladesh, dovreste essere bruciati tutti come gli ebrei"».

 
LA PUNIZIONE
In base all’articolo 11 del Codice di Giustizia Sportiva “Responsabilità per comportamenti discriminatori”, l’Altobello risponde in quanto “responsabile per cori, grida e ogni altra manifestazione che sia, per dimensione e percezione reale del fenomeno, espressione di discriminazione”. Da qui l’obbligo di disputare una partita a porte chiuse, pena come sempre in questi casi sospesa trattandosi della prima violazione, ma la società sarà ora sottoposta ad un periodo di prova di un anno. 

IL PRECEDENTE
Non è invece la prima volta che l’arbitro Rosiglioni si trova, suo malgrado, bersagliato da pesanti insulti: nella stagione 2013/14, infatti, si era ritrovato al centro di un caso del tutto analogo quando era stato “contestato con frasi ingiuriose, anche di tipo razzista” dai tifosi del Sant’Erasmo nel match pareggiato 4-4 con l’Eraclea Crepaldo.
 
LA CONDANNA
Da parte sua l’Altobello ha subito condannato duramente l’episodio: «La società si dissocia e condanna in maniera netta il comportamento del suo sostenitore che ha rivolto orribili epiteti razziali al direttore di gara – recita la nota del club mestrino – Da sempre in prima linea nella lotta contro ogni comportamento sleale ed offensivo, abbiamo fatto dell’integrazione la nostra bandiera e ci sentiamo profondamente offesi dal comportamento di questo sostenitore. Sebbene incolpevoli, come società ci scusiamo con l’arbitro e con tutti coloro che come noi inorridiscono di fronte a comportamenti del genere». 

BESTEMMIE IMPUNITE
«Non appena avremo individuato questo tifoso, isolato come correttamente specificato nel referto – aggiunge il dirigente Stefano Di Natale – prenderemo seri provvedimenti. Purtroppo quello degli insulti reiterati e continui è un malcostume su quasi tutti i campi e spesso, invano, ho chiesto agli arbitri di riportare nel loro rapporto la pioggia di offese contro i nostri giocatori, anche molto giovani. Per non parlare delle bestemmie, tollerate “perché siamo in Veneto” e quindi mai sanzionate a norma di regolamento».

ARBITRI IN SILENZIO

Sull’accaduto ha invece preferito non rilasciare dichiarazioni Andrea Marangon, presidente della sezione arbitrale “Guerrino Trastulli” di San Donà, limitandosi a parlare di «episodi che si commentano da soli».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino