«Torna a vendere gli elefanti in Bangladesh, dovreste essere bruciati tutti come gli ebrei». Questo il gravissimo insulto rivolto da un “tifoso”...
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LA PUNIZIONE
In base all’articolo 11 del Codice di Giustizia Sportiva “Responsabilità per comportamenti discriminatori”, l’Altobello risponde in quanto “responsabile per cori, grida e ogni altra manifestazione che sia, per dimensione e percezione reale del fenomeno, espressione di discriminazione”. Da qui l’obbligo di disputare una partita a porte chiuse, pena come sempre in questi casi sospesa trattandosi della prima violazione, ma la società sarà ora sottoposta ad un periodo di prova di un anno.
IL PRECEDENTE
Non è invece la prima volta che l’arbitro Rosiglioni si trova, suo malgrado, bersagliato da pesanti insulti: nella stagione 2013/14, infatti, si era ritrovato al centro di un caso del tutto analogo quando era stato “contestato con frasi ingiuriose, anche di tipo razzista” dai tifosi del Sant’Erasmo nel match pareggiato 4-4 con l’Eraclea Crepaldo.
LA CONDANNA
Da parte sua l’Altobello ha subito condannato duramente l’episodio: «La società si dissocia e condanna in maniera netta il comportamento del suo sostenitore che ha rivolto orribili epiteti razziali al direttore di gara – recita la nota del club mestrino – Da sempre in prima linea nella lotta contro ogni comportamento sleale ed offensivo, abbiamo fatto dell’integrazione la nostra bandiera e ci sentiamo profondamente offesi dal comportamento di questo sostenitore. Sebbene incolpevoli, come società ci scusiamo con l’arbitro e con tutti coloro che come noi inorridiscono di fronte a comportamenti del genere».
BESTEMMIE IMPUNITE
«Non appena avremo individuato questo tifoso, isolato come correttamente specificato nel referto – aggiunge il dirigente Stefano Di Natale – prenderemo seri provvedimenti. Purtroppo quello degli insulti reiterati e continui è un malcostume su quasi tutti i campi e spesso, invano, ho chiesto agli arbitri di riportare nel loro rapporto la pioggia di offese contro i nostri giocatori, anche molto giovani. Per non parlare delle bestemmie, tollerate “perché siamo in Veneto” e quindi mai sanzionate a norma di regolamento».
ARBITRI IN SILENZIO
Sull’accaduto ha invece preferito non rilasciare dichiarazioni Andrea Marangon, presidente della sezione arbitrale “Guerrino Trastulli” di San Donà, limitandosi a parlare di «episodi che si commentano da soli». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino