Insulti degli animalisti al cacciatore morto, ma Facebook non li cancella

Il difficile recupero della salma
Un uomo che stappa una bottiglia di spumante, coriandoli e festa e vicino un fantasmino. È così, con questo post, con questi colori, che virtualmente i Centopercento...

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Un uomo che stappa una bottiglia di spumante, coriandoli e festa e vicino un fantasmino. È così, con questo post, con questi colori, che virtualmente i Centopercento Animalisti hanno brindato alla morte di un 45enne cacciatore lamonese. Prosit hanno scritto sui social gli esponenti dell'associazione (che non lesina maniere forti per la causa) dando la notizia della scomparsa di I.S. Un malore lo ha stroncato domenica 6 novembre mentre era a caccia: un lutto che ha colpito l'intera comunità lamonese, oltre la famiglia con una figlia minorenne.


Ebbene oltre al dolore, l'ulteriore cruccio di vedere gioire gli animalisti con commenti pubblici che andavano dai più soft: «Perché non è morto prima», ai più pesanti «Vai nella tua bara e...» e altri ancora impubblicabili. Non sono impubblicabili però per il social network Facebook. Almeno stando alle risposte date agli amici del lamonese morto che hanno scritto alla società di Paolo Alto chiedendo di rimuovere le frasi in questione. «Non sono contro la nostra policy», ha risposto il colosso della Silicon Valley.
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Il Gazzettino