A Roma vietano le Euro 6, a Milano mettono al bando le sigarette. Ma una delle principali cause dell'inquinamento, più dei tubi di scappamento e delle cicche, è...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Piove ma resta lo smog: ancora fermi euro 4 diesel e ora rischiano i "commerciali"
LA POLEMICA
Che ci sia emergenza lo dimostrano anche le carte bollate. Come già nel 2019, anche quest'anno il consigliere regionale Andrea Zanon (Pd) ha denunciato la Regione alla Commissione Europea per violazione della Direttiva sulla qualità dell'aria e la relativa emergenza sanitaria: «Treviso più inquinata di Pechino, il Veneto è una camera a gas e in tutti i capoluoghi, tranne Belluno, gli sforamenti dei livelli di Pm 10 sono praticamente quotidiani. La giunta Zaia però non fa niente». «Ennesima iniziativa inutilmente polemica e faziosa», ha replicato l'assessore regionale all'Ambiente Gianpaolo Bottacin (Lega), ricordando di aver stanziato nell'ultimo triennio quasi un miliardo di euro in interventi di varia natura per abbassare il livello di inquinamento atmosferico: 92,5 milioni per l'efficientamento energetico, 702 milioni per i mezzi di trasporto, 60 milioni per l'intermodalità, 106 milioni per le infrastrutture, 5 milioni per il settore agricolo. Ma, evidentemente, non è bastato.
I DATI
La pioggia delle ultime ore ha un po' migliorato la situazione, ma rimane l'allerta. A Roma, dopo giorni trascorsi con la maggior parte delle centraline fuori legge, gli ultimi dati hanno indicato un netto miglioramento, con solo due stazioni su tredici fuori soglia quanto a Pm10, mentre giovedì e venerdì erano undici su tredici. E se in Piemonte la Regione si dice pronta a «prendere in mano la situazione» a fronte della «debolezza» della città di Torino, in Veneto Arpav ha confermato fino a oggi il livello di criticità rosso a Treviso, Vicenza e San Bonifacio.
Il punto è che le limitazioni al traffico, le Ztl, le giornate ecologiche non bastano. Servono senz'altro per sensibilizzare l'opinione pubblica, ma la prima causa dell'inquinamento resta il riscaldamento domestico. «Uno dei passaggi chiave della transizione ecologica - ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro (M5s) - è la riqualificazione energetica delle nostre abitazioni». Il progetto che porta la sua firma prevede 2,5 miliardi per gli investimenti per lo sviluppo sostenibile di tutti Comuni, da erogare con cinquecento milioni l'anno fino al 2014.
L'APPELLO
Ma intanto? Posto che l'inquinamento da polveri sottili dipende per il 60% dagli impianti di riscaldamento e solo per il 15-18% dal traffico veicolare, i Comuni dovrebbero controllare le temperature interne alle abitazioni. Che, giova ripeterlo, non dovrebbero superare i 19 gradi. Lo faranno? «Volentieri, avendo le forze», dice Mario Conte, presidente dell'Anci, l'Associazione dei Comuni del Veneto. Da sindaco di Treviso, Conte dice di aver stanziato 200mila euro in un anno per sostituire le caldaie più inquinanti, ma il punto è che servono più fondi. «Ammesso di poterli togliere dalle strade, se mando i vigili a fare i controlli nelle case e trovano caldaie vecchie, come si fa a dire alla gente di cambiarle se non ha i soldi per comprarne una nuova?». Conte è convinto: «Servono fondi per interventi strutturali, realizzare anche aree boschive, parcheggi scambiatori. Dal Governo attendo i fondi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino