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TREVISO - Un esercito di furbetti e una montagna di soldi ricevuti indebitamente e che adesso devono essere restituiti. Centesimo dopo centesimo. L’Inps trevigiana ha condotto un’analisi certosina sui trevigiani che percepiscono il Reddito di Cittadinanza. Sono state passate al setaccio le domande arrivate, e accolte, in tutto il 2020. Risultato: 293 persone hanno incassato l’assegno mensile senza averne diritto. E adesso l’Inps, oltre a mandare tutti i dossier in Procura, chiede indietro i contributi ricevuti: 870mila euro. Nel calderone dei furbi di Marca si trova di tutto: chi ha semplicemente commesso un errore nella compilazione dei moduli; chi invece ha voluto raggirare l’istituzione magari avendo già un’occupazione. E chi ha cercato un modo per sopravvivere alla mancanza di lavoro provocata dalla pandemia. Insomma: un mix do sbadati, sfortunati e furbastri.
L’ANALISI
A condurre l’indagine, portata avanti incrociando le banche dati di vari enti e supportando anche l’azione delle forze dell’ordine impegnate in verifiche del tutto analoghe, è stato il direttore dell’Inps di Treviso-Belluno Marco de Sabbata.
L’INDAGINE
Nella Marca sono state 4.944 le persone che hanno ottenuto l’assegno nel 2020 a fronte di circa 6mila domande presentate. Di queste 293 lo dovranno adesso restituire. La provincia trevigiana è anche quella che ha presentato meno richieste in tutto il Veneto per questo tipo di aiuto. Segno che la pandemia ha colpito sì duro, ma che in qualche modo i trevigiani hanno retto vuoi per la radicata abitudine al risparmio, vuoi per la capacità a riciclarsi o anche per la difficoltà tutta veneta nel chiedere aiuto. L’indagine condotta dall’Inps, portata avanti con verifiche incrociate su liste e documenti da parte della direzione Centrale dell’istituto e della sede provinciale, è arrivata a individuare autonomamente 264 casi dei 293 riguardanti persone con Reddito di Cittadinanza in tasca ma senza averne diritto. Gli altri 29 episodi sono invece risultati dalla verifica fatta dalle forze dell’ordine a cui comunque l’Inps ha contribuito. Adesso tutte le pratiche verranno portate in Procura per valutare le eventuale conseguenze di rilevanza penale.
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