Nel 2100 a Venezia il mare crescerà di 82 centimetri, e il Mediterraneo fino a 20 entro il 2050

Nel 2100 a Venezia il mare crescerà di 82 centimetri, e il Mediterraneo crescerà fino a 20 entro il 2050
VENEZIA - Nel 2100, a Venezia, il livello medio del mare sarà più alto rispetto ad oggi fra i 60 e gli 82 centimetri. Mentre quello del Mediterraneo potrebbe...

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VENEZIA - Nel 2100, a Venezia, il livello medio del mare sarà più alto rispetto ad oggi fra i 60 e gli 82 centimetri. Mentre quello del Mediterraneo potrebbe aumentare fino a 20 centimetri entro il 2050 e 57 entro la fine del secolo. E se quest'ultima appare come la proiezione più allarmante, la meno drammatica sembra essere quella che prevede un innalzamento di 17 centimetri nel 2050 e di 34 nel 2100. A lanciare l'ennesimo allarme è uno studio dei ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia della Radboud University e della Sorbona. Un risultato basato sui dati raccolti attraverso nove stazioni mareografiche del Mediterraneo centro-settentrionale, incrociati con le proiezioni climatiche dell'Ipcc e con le misure riguardanti  la subsidenza per cause naturali o antropiche rilevate col Gps. «Sono stime incerte - precisa Pierpaolo Campostrini, direttore Corila - quel che è sicuro è che un aumento del livello del mare ci sarà». E Venezia ne sa già qualcosa: dal 1872 ad oggi si è registrato un innalzamento di circa 35 centimetri, mentre a livello globale, dal 93, di 7. «È importante difenderci subito. Questi fenomeni - sottolinea - si stanno intensificando sempre di più e senza barriere siamo privi di protezione. Prima di esserlo per il 2100, io sono preoccupato per ciò che succederà già quest'anno. Il Mose serve e spero sia concluso in tempi ragionevoli». Parlando di acqua alta, difficile non ripensare alla marea eccezionale dello scorso ottobre e non solo per il livello raggiunto - il quarto più alto di sempre - ma anche dalla prolungata durata del fenomeno. E se il Mose potrà essere utilizzato come barriera almeno fino ad un innalzamento di 60 centimetri, superata questa soglia il suo concetto dovrà inevitabilmente essere rivisto, fino a diventare fisse. «Che siano messe alle bocche di porto o altrove, questa è una scelta che dovranno fare i nostri figli e nipoti, in base a ciò che vorranno ottenere dalla laguna». 

Ma prima di arrivare a soluzioni più drastiche, l'azione del Mose potrà essere osservata, studiata, cogliendo informazioni utili sul rapporto fra esso e l'ambiente lagunare circostante. «Una Venezia inondata, un giorno? Lo trovo irrealistico: il suo patrimonio culturale verrà difeso sicuramente». E in quest'ottica, secondo Campostrini, in futuro potrebbe essere considerato un rialzo dei terreni. Perché se da un lato il livello medio del mare sale, dall'altro nella laguna veneziana la subsidenza ne accelera l'effetto. «Tra gli anni 40 e 70 alla subsidenza naturale si è aggiunta quella antropica, dovuta all'estrazione di grandi quantità d'acqua dolce per uso industriale, che in vent'anni ha provocato un abbassamento di 14 centimetri. Una nostra ricerca considerava l'immissione del sottosuolo ad una profondità maggiore di dov'era stata estratta l'acqua, prevedendo un aumento del suolo veneziano anche di 20 centimetri. Per ora troppo onerosa, ma chissà». 
Marta Gasparon Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino