Mancano mille ingegneri, le imprese trevigiane non trovano laureati da assumere

Matricole all'università. Le aziende trevigiana e venete fanno fatica a trovare ingegneri da assumere
TREVISO - Le imprese trevigiane nel 2021 stimavano di aver bisogno di...

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TREVISO - Le imprese trevigiane nel 2021 stimavano di aver bisogno di assumere 1.900 ingegneri: in prevalenza laureati in ingegneria industriale o elettronica e dell'informazione, ma anche civile o in altri indirizzi affini. In quasi sei casi su dieci, tuttavia, questi profili sono molto difficili da trovare: il 57,4 per cento, per la precisione, tre punti in più dell'anno precedente. Per elettronici e informatici il tasso di "irreperibilità" supera addirittura il 70%. Significa che circa 1.100 entrate previste sono rimaste vacanti, per mancanza fisica di candidati o perché, chi si è presentato, non aveva le competenze richieste. A livello veneto, sono oltre 10.300 i tecnici di questo tipo ricercati, con un grado di difficile reperimento pressoché analogo. Una carenza che rischia di frenare la sempre più urgente transizione del tessuto produttivo locale verso modelli green e digitali. Accorciare le distanze tra mondo dell’impresa e formazione accademica per favorire l’incontro tra la domanda di innovazione e il potenziale dei giovani, incentivando percorsi di tirocinio qualificanti, è proprio l’obiettivo di Incontriamo gli ingegneri del futuro. Aziende e studenti si presentano, la nuova iniziativa promossa da Assindustria Venetocentro nell’ambito dell’anno “Capitale della Cultura d’Impresa 2022”, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’università di Padova. Tra oggi e domani, con una serie di colloqui on line, 93 aziende dell'associazione degli industriali di Padova e Treviso, di vari settori, presenteranno sé stesse e i possibili progetti di tirocinio formativo (in totale saranno 143 le proposte) a 170 "ingegneri del domani", ovvero studenti, studentesse e laureandi che si preparano a svolgere lo stage curriculare obbligatorio previsto dai corsi di laurea triennale in ingegneria meccanica e ingegneria chimica e dei materiali. Tra le realtà della Marca coinvolte, ci sono, ad esempio, la Irinox di Corbanese di Tarzo, produttrice di abbattitori rapidi di temperatura e frigoriferi tecnologici, interessata all’automazione della piegatura programmata da bordo macchina a remoto, o la Tecnosteel di Tezze di Vazzola, leader negli elementi in acciaio inox per la conservazione e la presentazione degli alimenti, alla ricerca di talenti per sviluppare i prototipi di nuovi prodotti per alberghi, mense, ristoranti. E ancora Came, Electrolux, Silca e tante altre «Siamo di fronte a un percorso di trasformazione che coinvolgerà da vicino l’economia, la società e il futuro dei nostri giovani e che richiederà il loro talento - dichiara Francesco Nalini, Consigliere Delegato Assindustria Venetocentro per l’Education, che introdurrà l'incontro insieme ad Andrea Gerosa, dell'ateneo patavino -. Dobbiamo tutti impegnarci a colmare il gap di competenze scientifiche e tecniche e, al tempo stesso, ampliare le opportunità lavorative di qualità per i giovani, e le giovani in particolare, valorizzandone la preparazione e la creatività che rappresentano per l’impresa una risorsa strategica" Riguardo al far fare esperienza all'interno delle imprese agli studenti, in questo caso delle superiori, Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, difende il valore dell'alternanza scuola- lavoro dopo le recenti polemiche per gli incidenti, anche mortali, capitati ad alcuni giovanissimi partecipanti. "Si parla persino di abolire questo sistema. Attenzione, però, a non fare di tutta l'erba un fascio: va piuttosto aggiornato e ritarato, ad esempio preparando meglio gli insegnanti, che poi ai loro volta devono preparare i ragazzi, i genitori, le stesse imprese. In Germania funziona molto bene. Mancano gli operai specializzati e questa formazione è strategica per il nostro made in Italy".

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Il Gazzettino