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TREVISO - L'influenza non molla la presa. Solo nell'ultima settimana sono stati oltre 42mila i veneti costretti a letto con febbre, anche se questa non è sempre presente, tosse, mal di testa e mal di gola. E i contagi stanno complicando le cose anche all'interno degli ospedali, dove per coprire i buchi spesso si ricorre alla moltiplicazione degli straordinari, all'aumento delle reperibilità e alla revisione di ferie e permessi. Gli ospedali della provincia di Treviso, ad esempio, contano quasi 200 dipendenti assenti proprio perché colpiti dal virus dell'influenza o dal Covid. Nello specifico, sono in malattia 7 medici specialisti e 184 addetti tra infermieri, operatori, tecnici e così via. Contrattempi che si aggiungono dall'ormai nota carenza di camici bianchi e di professionisti della sanità in generale. Trovare sostituti per pochi giorni, poi, è sostanzialmente impossibile. Così non resta che stringere ancora una volta i denti. «Al momento il dato che più ci preoccupa è proprio quello delle assenze tra il personale fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl del trevigiano le malattie sono distribuite nei vari settori. Di conseguenza non abbiamo dovuto riorganizzare né tanto meno chiudere dei servizi. Ma ovviamente in queste condizioni si fa un po' di fatica».
IN EMERGENZA
La speranza è che le previsioni vengano rispettate.
POCHI TAMPONI
I Covid point del trevigiano continuano a eseguire in media 700 tamponi al giorno. «Bisogna però prestare attenzione ai dati sull'andamento avverte Benazzi anche perché in particolare nel periodo delle feste molte persone hanno fatto a meno dei tamponi». Quel che è certo è che, complice la voglia di evitare isolamenti, non c'è più la corsa di un tempo ai test per il coronavirus. L'attenzione resta particolarmente alta invece negli aeroporti. Compresi il Marco Polo di Venezia, il Canova di Treviso e il Catullo di Verona. Dalla fine dell'anno scorso tutti i passeggeri provenienti dalla Cina devono sottoporsi al tampone, anche se in precedenza hanno fatto scalo da altre parti. Dal canto proprio, l'Usl trevigiana ha già riaperto per precauzione il Covid Hotel dell'ex Guicciardini di Valdobbiadene.
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Il Gazzettino