VENEZIA - Morì a causa di una grave infezione, contratta dopo essere stata operata all'Ospedale all'Angelo di Mestre, un intervento resosi necessario a seguito di...
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I 416 mila euro liquidati dal giudice si riferiscono al danno da perdita parentale (pari a 170 mila euro) e al danno biologico terminale sofferto dalla paziente nei due mesi trascorsi tra l'operazione e il successivo decesso (243mila euro).
L'azienda sanitaria potrà presentare appello, ma nel frattempo la sentenza è provvisoriamente esecutiva e il risarcimento dovrà essere corrisposto, salvo che i giudici d'appello non dispongano la sospensione della sentenza in attesa del giudizio di secondo grado.
La causa è stata avviata dall'avvocato Ivan Giacetti per conto della figlia della vittima, avviata contro l'Azienda sanitaria nel 2015: la donna, non si è voluta rassegnare, infatti, alla scomparsa della madre e ha voluto lottare fino alla fine affinché venisse riconosciuta la negligente condotta del personale medico che ha avuto in cura la settantenne mestrina.
IL RICOVEROIl primo ricovero della vittima risale al 7 giugno 2011 a seguito di un'ischemia cerebrale: la paziente fu operata il 6 luglio e dimessa pochi giorni più tardi. La situazione precipitò alcuni giorni dopo, il 19 luglio, quando si rese necessario un nuovo ricovero all'Ospedale dell'Angelo, per l'insorgenza di un quadro generale compatibile con sepsi, squilibrio idroelettrico ed insufficienza cardiorespiratoria terminale. Nel corso della causa civile, la Ulss veneziana ha respinto ogni addebito, negando ogni responsabilità da parte dei sanitari. Ma il giudice è stato di diverso avviso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino