Infezione fatale dopo l'intervento, Ulss condannata a pagare 400mila euro

Mercoledì 6 Febbraio 2019 di Gianluca Amadori
Infezione fatale dopo l'intervento, Ulss condannata a pagare 400mila euro
VENEZIA - Morì a causa di una grave infezione, contratta dopo essere stata operata all'Ospedale all'Angelo di Mestre, un intervento resosi necessario a seguito di ischemia cerebrale, per liberare un'occlusione alla carotide: l'Ulss Veneziana dovrà risarcire con oltre 400 mila euro una signora di Mestre per la perdita della madre, avvenuta nel settembre del 2011, dopo due mesi di sofferenze. Nella sentenza, emessa dal Tribunale civile di Venezia, giudice Silvia Franzoso, è stata accertata la responsabilità dei sanitari che curarono la paziente: l'intervento chirurgico di endoarteriectomia ed applicazione di patch era riuscito perfettamente, ma la donna non fu sottoposta ad alcuna terapia antibiotica e furono sottovalutati i sintomi da lei lamentati nei giorni seguenti all'intervento, quando tornò in ospedale mostrando il pus che usciva dalla ferita e spiegando che la febbre era salita.

 
I 416 mila euro liquidati dal giudice si riferiscono al danno da perdita parentale (pari a 170 mila euro) e al danno biologico terminale sofferto dalla paziente nei due mesi trascorsi tra l'operazione e il successivo decesso (243mila euro).
L'azienda sanitaria potrà presentare appello, ma nel frattempo la sentenza è provvisoriamente esecutiva e il risarcimento dovrà essere corrisposto, salvo che i giudici d'appello non dispongano la sospensione della sentenza in attesa del giudizio di secondo grado.
La causa è stata avviata dall'avvocato Ivan Giacetti per conto della figlia della vittima, avviata contro l'Azienda sanitaria nel 2015: la donna, non si è voluta rassegnare, infatti, alla scomparsa della madre e ha voluto lottare fino alla fine affinché venisse riconosciuta la negligente condotta del personale medico che ha avuto in cura la settantenne mestrina.
IL RICOVEROIl primo ricovero della vittima risale al 7 giugno 2011 a seguito di un'ischemia cerebrale: la paziente fu operata il 6 luglio e dimessa pochi giorni più tardi. La situazione precipitò alcuni giorni dopo, il 19 luglio, quando si rese necessario un nuovo ricovero all'Ospedale dell'Angelo, per l'insorgenza di un quadro generale compatibile con sepsi, squilibrio idroelettrico ed insufficienza cardiorespiratoria terminale. Nel corso della causa civile, la Ulss veneziana ha respinto ogni addebito, negando ogni responsabilità da parte dei sanitari. Ma il giudice è stato di diverso avviso.
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