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«Se non troveremo altri infermieri, dovremo mandare a casa 25 ospiti». Anche la residenza per anziani più grande della provincia, la Gaggia Lante-Sersa di Belluno, si trova alle strette. Nove infermieri su 17 lasceranno la struttura nelle prossime settimane per entrare nel pubblico. Due se ne sono già andati e gli altri li seguiranno presto. Poi cosa accadrà? La Gaggia Lante può ospitare al massimo 155 anziani. Ora ce ne sono 120 ma a breve diventeranno 125. «Con 8 infermieri (cioè quelli che rimarranno, ndr) riusciremo a coprire 100 posti letto» spiega il direttore Paolo Piazza. E gli altri 25? «Rischiano di rimanere scoperti».
L’APPELLO
Per questo motivo la casa di riposo di Cavarzano ha lanciato un appello a livello nazionale: «Sei un infermiere? – si legge nel post rimbalzato ieri su Facebook – Sersa cerca personale con laurea in infermieristica per assunzione a tempo indeterminato». L’obiezione più scontata potrebbe essere questa: perché un infermiere che vive al sud dovrebbe salire fino a Belluno per un posto in casa di riposo? E con un appartamento da pagare? Attenzione: «Offriamo vitto e alloggio a chi viene da fuori provincia». La proposta si fa già più interessante. «Per ora riusciamo ad andare avanti – continua Piazza – ma la situazione è davvero drammatica. Dobbiamo riuscire a coprire il turno infermieristico. Quando andrà via il quinto infermiere, se non troveremo alternative, dovremo bloccare gli accessi e tagliare i posti letto». E i famosi oss specializzati di cui si parla tanto? «Non servono. A Bolzano hanno fatto una legge che permette agli oss di somministrare le terapie agli ospiti».
LA TECNOLOGIA
Rimane la possibilità di affidarsi alle macchine. La Gaggia Lante, in effetti, sta valutando l’acquisto di un armadio farmaceutico automatizzato in grado di conservare i farmaci e di preparare le terapie agli ospiti ogni giorno. Agli infermieri che se ne vanno, si aggiungono gli oss che potrebbero essere sospesi perché contrari al vaccino. «Ne avevamo 14, sono scesi a 7» specifica Piazza. Dopo telefonate, incontri e rassicurazioni, la risposta al vaccino anti-covid è rimasta la stessa: «No». Perciò la struttura invierà un’ultima lettera. Un invito a cambiare idea e a vaccinarsi. Altrimenti «o li sospendiamo o li mettiamo in turno con dpi di alto livello, quindi tute protettive, ma hanno un costo molto elevato». Insomma, 7 oss rischiano di esser lasciati a casa dal medico competente che, come già accaduto in rsa ad Agordo, potrebbe dichiararne la “non idoneità alla mansione”.
LE ALTRE RSA
A Lamon, per ora, si tira un sospiro di sollievo.
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Il Gazzettino