Passata l'emergenza Covid-19 la rabbia degli infermieri a Udine: «Ora serve programmazione»

L'ospedale Santa Maria della Misericordia a Udine
Sono stati in prima linea nell'emergenza da Coronavirus, assistendo i pazienti Covid-19 con sforzi e tempi sottratti anche alle famiglie e alla vita privata. Ma ora chiedono...

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Sono stati in prima linea nell'emergenza da Coronavirus, assistendo i pazienti Covid-19 con sforzi e tempi sottratti anche alle famiglie e alla vita privata. Ma ora chiedono che l'emergenza diventi programmazione. La Rsu dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale di Udine e i sindacati Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi, Usae e Nursid, lunedì 27 luglio, dalle ore 14.30 alle ore 16.30, terranno un sit-in in prossimità dell’ingresso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, denunciando lo «sgretolamento del modello di relazioni sindacali non più tollerabile. Per tutta la fase di emergenza - sostengono i sindacati del settore sanitario friulano - il personale ha dimostrato una estrema disponibilità e flessibilità, ponendo le esigenze di servizio e del cittadino prima di quelle dei propri cari. Un tanto lo si è visto in tutti i trasferimenti improvvisi a supporto nei servizi Covid allestiti in fretta e furia (o nelle Case di Riposo), in cui il personale si è adoperato al meglio nell’interesse dei cittadini e dei nostri anziani anche quando le competenze richieste andavano ben oltre quelle acquisite e maturate. Parimenti la Rsu e i sindacati hanno sempre collaborato con l’obiettivo di gestire al meglio la pandemia e in tutta la fase di emergenza hanno fornito segnalazioni, richieste e suggerimenti utili, ma si è dovuto sempre rincorrere e sollecitare i vertici per ottenere un minimo di confronto con l’azienda».

PASSATA LA TEMPESTA
A fine maggio, infermieri e operatori sanitari si attendevano una gestione del personale meno emergenziale e più programmabile almeno nel medio periodo. «Con profondo rammarico - scrivono al direttore generale Braganti e per conoscenza all’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi - abbiamo continuato ad assistere a trasferimenti selvaggi, dell’ultimo minuto, come se al servizio professioni sanitarie fossero legittimati a poter disporre del pieno e libero arbitrio sulla vita delle persone, in spregio a qualsiasi disposizione. In forma congiunta abbiamo chiesto di disciplinare la mobilità interna del personale in un’azienda nuova, che va dal mare alla montagna. Ci è stato detto che entro pochi giorni ci sarebbe stata inoltrata una bozza di testo: dopo quasi 2 mesi, l’abbiamo ricevuta ora e significa che la materia sarà disciplinata a fine estate».
LE RICHIESTE
Pronti alla mobilitazione in caso di mancate risposte adeguate, i sindacati del personale sanitario chiedono tra l’altro di disciplinare la mobilità interna con regole condivise e non nella totale discrezionalità aziendale; una dettagliata informazione dei colleghi che in Azienda si sono ammalati di Covid-19 (servizi e profili interessati); massima trasparenza sull’andamento del piano di assunzioni di tutte le figure professionali e celeri assunzioni con avvisi per soli titoli di Operatori socio sanitari, la durata e modalità delle proroghe dei contratti interinali.
Si segnala anche il ritardo nell’erogazione dell’incentivo Ccovid-19, mentre in tutte le altre regioni del Nord Italia è già avvenuto da mesi. Le richieste riguardano anche l’adeguamento delle dotazioni informatiche del personale.
IN AUTUNNO
L’Asufc, che gestisce tutti i servizi sanitari dell'ex provincia di Udine, secondo i sindacati degli infermieri non ha fornito nemmeno informazioni su come si sta attrezzando e con quale personale a settembre affronterà l’anticipazione del potenziamento del piano vaccinale anti-influenzale e come farà fronte allo screening da Sars-COV-2 del personale delle scuole che dovrebbe essere eseguito a breve per garantire l’inizio dell’anno scolastico; attraverso quali strategie e personale l’azienda intende recuperare le prestazioni sanitarie arretrate a causa dell’emergenza Covid; chiarimenti sull’assistenza territoriale e il potenziamento delle unità di assistenza (Usca) con l’infermiere di famiglia e assistenti sociali che a decorrere dal 15 maggio si possono assumere.
«SIGILLO PASSERELLA»

I sindacati evidenziano pure la scarsa considerazione dimostrata verso il personale esposto anche nella recente celebrazione simbolica di consegna del Sigillo della Città di Udine all’Ospedale Santa Maria della Misericordia: «Assistere con scioltezza che ad un tale evento presenziasse il solito siparietto di politici locali con i vertici aziendali, senza veder presenziare alcun professionista in rappresentanza degli infermieri e delle altre figure tecniche, della prevenzione e riabilitazione coinvolte nei servizi Covid e tanto meno nessun collega ammalatosi in ragione di servizio, la dice lunga su quanto chi ha lavorato in prima linea nei servizi esposti venga preso in considerazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino