Passata l'emergenza Covid-19 la rabbia degli infermieri a Udine: «Ora serve programmazione»

Sabato 25 Luglio 2020 di R.U.
L'ospedale Santa Maria della Misericordia a Udine
Sono stati in prima linea nell'emergenza da Coronavirus, assistendo i pazienti Covid-19 con sforzi e tempi sottratti anche alle famiglie e alla vita privata. Ma ora chiedono che l'emergenza diventi programmazione. La Rsu dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale di Udine e i sindacati Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi, Usae e Nursid, lunedì 27 luglio, dalle ore 14.30 alle ore 16.30, terranno un sit-in in prossimità dell’ingresso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, denunciando lo «sgretolamento del modello di relazioni sindacali non più tollerabile. Per tutta la fase di emergenza - sostengono i sindacati del settore sanitario friulano - il personale ha dimostrato una estrema disponibilità e flessibilità, ponendo le esigenze di servizio e del cittadino prima di quelle dei propri cari. Un tanto lo si è visto in tutti i trasferimenti improvvisi a supporto nei servizi Covid allestiti in fretta e furia (o nelle Case di Riposo), in cui il personale si è adoperato al meglio nell’interesse dei cittadini e dei nostri anziani anche quando le competenze richieste andavano ben oltre quelle acquisite e maturate. Parimenti la Rsu e i sindacati hanno sempre collaborato con l’obiettivo di gestire al meglio la pandemia e in tutta la fase di emergenza hanno fornito segnalazioni, richieste e suggerimenti utili, ma si è dovuto sempre rincorrere e sollecitare i vertici per ottenere un minimo di confronto con l’azienda».
PASSATA LA TEMPESTA
A fine maggio, infermieri e operatori sanitari si attendevano una gestione del personale meno emergenziale e più programmabile almeno nel medio periodo. «Con profondo rammarico - scrivono al direttore generale Braganti e per conoscenza all’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi - abbiamo continuato ad assistere a trasferimenti selvaggi, dell’ultimo minuto, come se al servizio professioni sanitarie fossero legittimati a poter disporre del pieno e libero arbitrio sulla vita delle persone, in spregio a qualsiasi disposizione. In forma congiunta abbiamo chiesto di disciplinare la mobilità interna del personale in un’azienda nuova, che va dal mare alla montagna. Ci è stato detto che entro pochi giorni ci sarebbe stata inoltrata una bozza di testo: dopo quasi 2 mesi, l’abbiamo ricevuta ora e significa che la materia sarà disciplinata a fine estate».
LE RICHIESTE
Pronti alla mobilitazione in caso di mancate risposte adeguate, i sindacati del personale sanitario chiedono tra l’altro di disciplinare la mobilità interna con regole condivise e non nella totale discrezionalità aziendale; una dettagliata informazione dei colleghi che in Azienda si sono ammalati di Covid-19 (servizi e profili interessati); massima trasparenza sull’andamento del piano di assunzioni di tutte le figure professionali e celeri assunzioni con avvisi per soli titoli di Operatori socio sanitari, la durata e modalità delle proroghe dei contratti interinali.
Si segnala anche il ritardo nell’erogazione dell’incentivo Ccovid-19, mentre in tutte le altre regioni del Nord Italia è già avvenuto da mesi. Le richieste riguardano anche l’adeguamento delle dotazioni informatiche del personale.
IN AUTUNNO
L’Asufc, che gestisce tutti i servizi sanitari dell'ex provincia di Udine, secondo i sindacati degli infermieri non ha fornito nemmeno informazioni su come si sta attrezzando e con quale personale a settembre affronterà l’anticipazione del potenziamento del piano vaccinale anti-influenzale e come farà fronte allo screening da Sars-COV-2 del personale delle scuole che dovrebbe essere eseguito a breve per garantire l’inizio dell’anno scolastico; attraverso quali strategie e personale l’azienda intende recuperare le prestazioni sanitarie arretrate a causa dell’emergenza Covid; chiarimenti sull’assistenza territoriale e il potenziamento delle unità di assistenza (Usca) con l’infermiere di famiglia e assistenti sociali che a decorrere dal 15 maggio si possono assumere.
«SIGILLO PASSERELLA»
I sindacati evidenziano pure la scarsa considerazione dimostrata verso il personale esposto anche nella recente celebrazione simbolica di consegna del Sigillo della Città di Udine all’Ospedale Santa Maria della Misericordia: «Assistere con scioltezza che ad un tale evento presenziasse il solito siparietto di politici locali con i vertici aziendali, senza veder presenziare alcun professionista in rappresentanza degli infermieri e delle altre figure tecniche, della prevenzione e riabilitazione coinvolte nei servizi Covid e tanto meno nessun collega ammalatosi in ragione di servizio, la dice lunga su quanto chi ha lavorato in prima linea nei servizi esposti venga preso in considerazione».
Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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