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BELLUNO/TREVISO - «Stiamo giocando con il fuoco. Nelle ultime ore abbiamo registrato ricoveri di persone anche giovani, non vaccinate, con condizioni cliniche preoccupanti». Con poche parole la direttrice generale dell’Ulss Dolomiti Maria Grazia Carraro ha spiegato che le regole del gioco sono cambiate. La situazione è precipitata all’improvviso ed è finita in Terapia Intensiva anche una donna incinta di 37 anni positiva al covid e non vaccinata (ieri trasferita a Treviso). Ma non è finita qui. «Stiamo saturando i posti letto covid previsti nella fase 1» ha sottolineato Carraro. Questo significa che nei prossimi giorni potrebbero essere attivate ulteriori aree covid.
LA FOTOGRAFIA
Fino a ieri pomeriggio, all’ospedale San Martino di Belluno, erano ricoverati 12 pazienti positivi. La più grave era una donna di 37 anni, alla 26esima settimana di gravidanza, che i medici hanno deciso di spostare in Terapia intensiva martedì sera a causa di un peggioramento. Ieri ha dovuto subire un altro trasferimento, questa volta verso il Ca’ Foncello di Treviso. Rimane invece ricoverato in Rianimazione a Belluno l’uomo di 50 anni che era entrato in ospedale lo scorso 10 agosto. Dopo 37 giorni di positività si è finalmente negativizzato ma, a causa del quadro clinico ancora severo, i medici hanno preferito lasciarlo dov’è. Entrambi risultano non vaccinati. Ci sono poi altri 11 pazienti positivi distribuiti tra Pneumologia e Malattie Infettive.
IL CASO COMELICO
Ieri mattina la direttrice generale dell’Ulss Dolomiti ha visitato il Comelico dove era in corso una seduta vaccinale organizzata dai medici di medicina generale con il supporto degli alpini. «Il Comelico – ha commentato Maria Grazia Carraro – è un’area dove una percentuale importante di popolazione non ha ancora aderito alla campagna vaccinale. Parlando col personale presente e con i volontari è emerso che un’importante fetta di popolazione è indecisa o disorientata dalle fake news rimbalzate in questo periodo». Da qui l’invito della direttrice «a guardare i numeri, al di là delle notizie, che fotografano la realtà». Quelli legati al Bellunese dicono che «anche persone molto giovani, se non vaccinate, possono sviluppare forme gravi di infezione tali da necessitare il ricovero, fenomeno non presente lo scorso anno». Per quanto riguarda i dubbi che possono avere le donne in gravidanza, l’ulss sta avviando un percorso ad hoc per fare in modo che ogni donna possa ricevere risposte precise da un professionista.
LE SOSPENSIONI
Nel frattempo continuano gli accertamenti dell’azienda sanitaria sul personale non vaccinato. Ieri è stato sospeso un altro infermiere. Il totale dei dipendenti ulss lasciati a casa sale quindi a 17: sono 2 medici, 8 infermieri, 4 operatori socio-sanitari, 2 tecnici e 1 educatore. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino