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TREVISO - Sulle strade della Marca si continua a morire. E a un ritmo impressionante. Più di un decesso a settimana, in linea sia con il 2022 che con il 2021, anni tragici per le croci sull'asfalto. Il trend, in altre parole, non cala. O meglio, la curva discendente è di fatto impercettibile, con un ritorno a quelle che anni fa venivano definite "le stragi del sabato sera". Già, perché a differenza delle precedenti annate, il dato reso noto da Prefettura e Provincia di Treviso, in occasione della Giornata in memoria delle vittime della strada, che ricorre domani, parla di un incremento dei sinistri mortali nei weekend nel corso dei primi dieci mesi del 2023: sono infatti 21 gli incidenti che hanno registrato vittime, mentre nel 2022 il giorno più critico era invece il giovedì con 13 sinistri mortali (seguito comunque dal sabato con 12, ndr). Numeri certificati dall'analisi realizzata dal Centro monitoraggio degli incidenti stradali della Provincia di Treviso che aggrega i dati degli schianti sul territorio grazie alla collaborazione delle forze dell'ordine, coordinate dalla Prefettura e dai comandi delle polizie locali. Un bilancio che permette di rilevare il numero di sinistri, di tracciare un quadro utile a monitorare le loro principali cause e soprattutto le dinamiche, il genere dei mezzi coinvolti e, non ultimo, i mesi e i giorni della settimana che risultano più critici per chi si mette al volante. E, più in generale, di chi utilizza le strade della Marca.
I NUMERI
Dall'analisi effettuata dal centro di monitoraggio della Provincia, dall' 1 gennaio al 31 ottobre si sono verificati 42 incidenti mortali a Treviso in cui hanno perso la vita 47 persone (già salite a 51 considerando i il drammatico incidente dell'11 novembre a Ormelle in cui hanno perso la vita 3 giovani e la fuoriuscita autonoma dell'1 novembre a San Fior).
I PROFILI
Lo studio mette in evidenza anche le fasce orarie in cui si muore più spesso, e l'età dei protagonisti. Le ore più critiche si confermano anche quest'anno quelle comprese tra le 17 e le 19, ovvero la fascia in cui le persone staccano dal lavoro. Guardando invece all'età dei cittadini coinvolti si nota che i più colpiti sono i giovani under 30, in una percentuale che nel 2023 supera il quarto delle vittime complessive: a oggi sono 13. Non sono da meno, però, gli anziani: la fascia tra i 71 gli 80 anni è la seconda più a rischio con 8 vittime registrate, seguita da quella degli ultraottantenni (4), quella tra i 41 e i 50 anni e quella dei minorenni (4) che si sposta per lo più a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.
Giuliano Pavan
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Il Gazzettino