Bancaria morta in moto, il marito: «Andavo pianissimo, eravamo felici»

Barbara Monaco e la moto guidata dal marito
TREVISO - «Non ricordo nulla dell'incidente. So solo che andavo pianissimo ed eravamo felici». Che lo schianto in moto avvenuto a Paese, lungo la Feltrina è...

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TREVISO - «Non ricordo nulla dell'incidente. So solo che andavo pianissimo ed eravamo felici». Che lo schianto in moto avvenuto a Paese, lungo la Feltrina è stato fatale alla moglie Barbara, Nico Porrazzo lo ha saputo soltanto ieri pomeriggio. Dalla figlia Erica, 22 anni, che non ha mai smesso di restargli accanto. Il trevigiano, sempre rimasto cosciente, è finalmente fuori pericolo e dal letto del Ca' Foncello dove è tuttora ricoverato con traumi e fratture multiple, il Porrazzo ha raccontato alla figlia l'ultima immagine che porta stampata nella memoria prima dello schianto: lui e la moglie abbracciati e felici in sella alla loro Guzzi. Le parole si sono sciolte in lacrime quando Nico ha saputo che la donna della sua vita è morta sul colpo, a 52 anni. «Papà pensava stesse bene - racconta in un soffio la figlia Erica, a cui le poche ore di visita sono bastate a rimescolare ancora una volta il tumulto interiore che la accompagna da domenica mattina. Da quando cioè i carabinieri le hanno dato la tragica notizia dell'incidente avvenuto a Postioma di Paese, lungo la Feltrina, all'altezza dell'incrocio della trattoria Da Oro. Al dramma si aggiunge ora la preoccupazione per i possibili risvolti penali del drammatico incidente: il sostituto procuratore di Treviso Massimo Zampicinini ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, un atto dovuto in casi come questo. L'unico nome iscritto sul registro degli indagati è quello del marito 58enne. Dalla ricostruzione della dinamica non emergono infatti altri profili di responsabilità.


LO SCHIANTO

Erano da poco passate le 10.30 e in base alle ricostruzioni effettuate dai carabinieri, Porrazzo, alla guida della Guzzi verso Montebelluna non si sarebbe accorto della fila di auto incolonnate al semaforo. Per evitare l'impatto avrebbe tentato una manovra disperata: buttarsi sulla corsia opposta, dove però sopraggiungeva una Ford Kuga. «I miei genitori stavano andando a fare un giro a Montebelluna - racconta la figlia -. Condividevano la passione per la moto e per i viaggi. Erano tornati da poco da una vacanza in Abruzzo». Una felicità infranta brutalmente sull'asfalto della Feltrina. Il frontale è stato violentissimo e nell'impatto Barbara Monaco seduta sul sellino come passeggera, è stata catapultata a terra. La donna è volata per qualche metro, atterrando a pochi centimetri da un furgone. Nell'impatto è rimasta coinvolta anche un'Alfa Romeo Mito, che è andata a schiantarsi contro il cancello di un'abitazione. Le condizioni della donna sono parse chiare fin da subito: non c'era modo di salvarla. 


ORGANI DONATI

Ma Barbara, bancaria appassionata e donna generosa, può salvare ancora altre vite. «Ho acconsentito all'espianto degli organi» - dichiara la figlia, con la voce che per un attimo smette di tremare. Dalla procura è arrivato il nulla osta sulla salma, ma la data dei funerali non è ancora stata fissata. Per i familiari, i parenti ma anche gli amici e i colleghi sono ore in cui l'incredulità e lo choc si alternano al ricordo di Barbara, così disponibile, così buona, così innamorata della vita e legata alla propria famiglia. La 52enne ha lavorato per decenni nel gruppo Banca Intesa San Paolo, sia a Treviso che nel resto della Marca, occupandosi delle aziende fino al recentissimo trasferimento nella filiale di Villorba. «Era buona, amava mio padre alla follia ed è sempre stata una mia supporter, fin da quando a 6 anni ho deciso di fare l'attrice - racconta Erica, che oggi calca palcoscenici prestigiosi, lavorando al Centro teatrale Da Ponte di Vittorio Veneto. Per lei e per papà Nico è difficile anche solo immaginare una vita senza Barbara. 

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Il Gazzettino