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CASTELFRANCO - Alle 4.30 del 4 settembre Angelica Faleschini, 20 anni, era al volante della Fiat Punto con la quale lei, il fidanzato Riccardo Gallo (19 anni) e altri tre amici di 17, 18 e 19 anni tornavano a casa dopo una serata assieme. Lungo la Noalese, a Noale, la ragazza perdeva il controllo dell'auto che, dopo aver invaso la corsia opposta, si ribaltava nel fossato a fianco della strada. Per Riccardo Gallo - residente a Veternigo di Santa Maria di Sala e figlio di Mirco Galllo, barbiere dei vip a Castelfranco - non c'era stato nulla da fare: all'arrivo del Suem 118 il diciannovenne era già morto. Per quell'incidente ieri, in tribunale a Venezia, Angela Faleschini, difesa dagli avvocati Carlo Fascina e Michela Barin, ha patteggiato 5 mesi e 10 giorni, pena sospesa.
LE INDAGINI
A mettere la ceralacca sull'accordo tra la difesa della ventenne e il pubblico ministero Fabrizio Celenza, è stato il giudice per le indagini preliminari, Luca Marini. Ed è dalle motivazioni della sentenza che si attende anche una ricostruzione di quanto accaduto prima - e durante - quel viaggio in macchina. Sullo sfondo, infatti, ci sarebbe un litigio tra Angelica Faleschini e Riccardo Gallo e su quello si fonderebbe un concorso di colpa nell'incidente. «Nelle indagini era emerso che prima di salire in macchina - racconta la ventenne, attraverso il suo legale - Riccardo aveva iniziato a colpire il cofano con dei pugni o manate, passando poi a schiaffeggiare la ragazza. E che solo con l'intervento degli amici il ragazzo s'era calmato per un attimo. Poi però, durante il viaggio, aveva continuato a disturbarla nella guida, picchiando ancora manate sul cruscotto e urlando; è emerso anche, infine, che egli purtroppo non indossava la cintura di sicurezza».
LA DINAMICA
Quando sono arrivati i primi soccorsi la ventenne e gli altri ragazzi erano pressoché illesi, solo qualche ferita lieve. Riccardo, che si trovava sul sedile del passeggero, è stato catapultato fuori dalla macchina morendo sul colpo. Il finestrino della sua portiera era aperto e lui non indossava la cintura di sicurezza.
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Il Gazzettino