Schianto in Romea, l'automobilista è miracolosamente fuori pericolo

MIRA - È fuori pericolo il conducente della Fiat Coupé nella quale sabato sono morti sul colpo Genny Scantamburlo 39 anni, e Ferruccio Destro 78, entrambi di Mira....

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MIRA - È fuori pericolo il conducente della Fiat Coupé nella quale sabato sono morti sul colpo Genny Scantamburlo 39 anni, e Ferruccio Destro 78, entrambi di Mira. Risultato negativo all’alcoltest e ricoverato all’ospedale all’Angelo di Mestre, F.S. 76 anni originario di Fiesso, ieri si è ripreso e i medici hanno potuto sciogliere la prognosi,tanto che presto potrebbe essere dimesso. Inizialmente le sue condizioni erano sono apparse piuttosto critiche poi con il passare delle ore, fortunatamente, il quadro clinico si è confermato meno grave. 


La Procura di Venezia, come da prassi in questi casi, ha aperto un’indagine per accertare eventuali responsabilità e come atto dovuto ha iscritto nel registro degli indagati il conducente con l’ipotesi di reato di omicidio stradale plurimo: l’uomo verrà sentito dai militari dell’Arma.
L’auto uscita di strada e capottata in un campo, lungo la Romea è stata posta sotto sequestro dai carabinieri della Tenenza di Mira intervenuti per gestire il traffico e facilitare i soccorsi e quindi procedere con i rilievi per ricostruire la dinamica del tragico schianto.


CORDOGLIO
In molti a Mira conoscevano le due vittime dell’incidente avvenuto l’altro ieri poco prima alle 17.30 in via Argine sinistro Idrovia subito dopo il curvone di collegamento con la Statale 309. Come detto Scantamburlo erano a bordo della vettura sportiva rossa condotta dall’amico 76enne, che improvvisamente ha perso aderenza, forse a causa della velocità o del manto stradale bagnato, ed è volata nel campo che costeggia la strada. Nessuno segno di frenata sull’asfalto. Sembrerebbe escluso anche il guasto meccanico perché la macchina era stata revisionata e gli pneumatici erano stati da poco cambiati. I tre erano amici, frequentavano insieme il centro di Mira e abitavano tutti negli alloggi di “Casa condivisa” istituti dal Comune di Mira in via Francesco Borromini. Alloggi utilizzati in forma di “coabitazione”, come emergenza abitativa, e dedicati a persone con problematiche varie di disagio economico-sociale. «Ferruccio e Genny erano due persone fragili che non avevano avuto una vita facile e proprio a causa di questa fragilità, della vita stessa, non erano riusciti a riprendersi» ha ricordato l’assessore Francesco Sacco con delega ai Servizi alla persona e alla residenzialità. Entrambi pur con età diverse avevano un passato, e un presente, difficile da affrontare. Genny era una persona dal sorriso dolce e dallo sguardo profondo. Una donna molto bella, alla quale la vita non aveva risparmiato nulla nonostante il suo sogno fosse quello di costruire una famiglia e una vita stabile. Aveva perso il fratello Andrea negli anni Novanta per un incidente e qualche anno fa anche la mamma, perdendo così due degli affetti più importanti. Anche Ferruccio pensionato di 78 anni non aveva avuto una vita facile.


ASSISTENZA
«Mi capitava spesso di incontrare Ferruccio e rimanevo colpito dal suo atteggiamento discreto e cortese – ricorda l’assessore Sacco. – Era rassegnato ma nello stesso tempo grato, nonostante tutto, di quello che la vita riusciva ancora a dare. Da anni Ferruccio e Genny, che avevano trovato una certa soluzione alle loro problematiche attraverso gli alloggi nella “Casa condivisa” venivano seguiti dai Servizi sociali che si sono dimostrati sempre solleciti e attenti a ogni loro necessità, ricevendo cura e supporto per il loro disagio psico-fisico, in collaborazione col personale sanitario. Paradossalmente, forse negli ultimi anni avevano acquistato un po’ di serenità grazie a questa rete di assistenza domiciliare. Questo episodio tragico – ha commentato Sacco - lascia la comunità addolorata ma pur consapevole di aver cercato di provvedere a dar loro un po’ di serenità».


Le salme delle due vittime sono già a disposizione dei famigliari, ma data la situazione, sarà probabilmente il Comune di Mira a occuparsi delle esequie. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino