Tragedia di Castelfranco. Parla l'investitore di Kevin Carraro sotto choc: «Me lo sono trovato davanti»

In via Lovara, l'alcoltest del 20enne alla guida è risultato negativo. Si attende l'esito del tossicologico

L'investitore di Kevin Carraro parla per la prima volta dall'incidente
CASTELFRANCO - «Me lo sono trovato davanti. Non sono riuscito a evitarlo». Il 20enne di Resana che era alla guida della Jeep Renegade che ha travolto e ucciso Kevin...

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CASTELFRANCO - «Me lo sono trovato davanti. Non sono riuscito a evitarlo». Il 20enne di Resana che era alla guida della Jeep Renegade che ha travolto e ucciso Kevin Carraro è stato sentito dagli inquirenti anche ieri. Nel verbale della Polizia stradale ha raccontato per filo e per segno la sua versione dei fatti, ritenuta credibile dopo averla incrociata con le testimonianze dei ragazzi che si trovavano con il 17enne al momento dello schianto. L'investitore, filtra dalla questura di Treviso, è a sua volta distrutto dal dolore: non immaginava di ritrovarsi a vent'anni a dover far fronte a una tragedia del genere.


LE ANALISI
Dopo il sinistro, il giovane è sceso dall'auto (con lui c'erano altri tre amici, ndr) ed è corso verso Kevin. Poi ha aperto una portiera della Jeep, ha preso una maglietta e l'ha messa sotto la testa della vittima aspettando che arrivassero i soccorsi. Ha anche detto agli amici di Kevin di rimanere sul ciglio della strada per evitare ulteriori pericoli. Poi è scoppiato a piangere quando ha visto che, nonostante le manovre di rianimazione andate avanti per circa un'ora, non hanno dato alcun risultato. Agli agenti della stradale, mentre si apprestavano a sottoporlo all'alcoltest (che è risultato negativo, ndr), ha detto che nell'imboccare il cavalcavia aveva visto il gruppetto di ragazzi, ha sfanalato e suonato il clacson. Tutti i giovanissimi si sono portati sul ciglio destro di via Lovara mentre Kevin, secondo il 20enne, ha sterzato verso sinistra proprio mentre stava effettuando la manovra di sorpasso. Lo ha ripetuto più volte agli agenti: «Me lo sono trovato davanti». Quando poi gli agenti gli hanno chiesto di seguirlo in ospedale per i prelievi del sangue, il 20enne si è dimostrato subito collaborativo. «Non ci aspettiamo nulla di diverso che un esito negativo degli esami tossicologici» fanno sapere dalla questura.


L'INCHIESTA


Sul caso la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, mettendo sotto sequestro i mezzi e iscrivendo il 20enne nel registro degli indagati a sua stessa tutela in attesa che le indagini facciano piena luce sull'accaduto. Un punto fondamentale, al di là della condotta di guida che verrà giudicata in seguito, riguarda la velocità tenuta durante il sorpasso. Il limite, sul quel tratto di strada, è di 50 chilometri orari. Secondo i parenti della vittima il 20enne stava viaggiando a una velocità superiore visto il volo di Kevin dopo l'impatto. Gli inquirenti al momento non si sbilanciano, pur sottolineando che non era così elevata da presupporre una condotta di guida sconsiderata. Il tachimetro della Jeep, non essendo stato un urto violento come contro un altro veicolo, è fermo sullo zero dopo la frenata, che non ha lasciato alcun segno sull'asfalto. Di certo c'è che Kevin, dopo l'impatto semilaterale dalla parte sinistra, è stato caricato sul cofano sfondando il parabrezza, probabilmente con la testa. Gli inquirenti stanno verificando se la bicicletta fosse provvista di fanali e se fossero stati azionati. Altra certezza è che via Lovara era illuminata e che dunque il gruppo di giovani era visibile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino