OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PADOVA - «Ho visto la morte in faccia». È ancora ricoverato in Pediatria all’Ospedale di Padova il quattordicenne coinvolto nell’incidente di Mestrino che ha riportato ferite al volto. Del gruppetto di ragazzi investito dall’auto che lunedì sera ha invaso la pista ciclabile lungo via Martignon a Lissaro, è l’unico che ancora non è stato dimesso. Per il giovanissimo, che si sta lentamente riprendendo, c’è ancora bisogno di attendere qualche giorni per la frattura che ha riportato al volto. Accanto a lui c’è il papà, mentre la mamma corre avanti e indietro. Ieri mattina l’adolescente ha ripercorso quanto accaduto lunedì sera, l’ha ripetuto al papà che da lunedì sera è con lui.
«Mi sono visto l'auto passare sopra la testa»
L’immagine che continua a tornargli in mente è quella dell’auto “volare” sopra la testa. E poi il terrore di non farcela. «Mi sono visto l’auto passare sopra alla testa - racconta dal letto dell’ospedale - ho sentito un colpo alla schiena e poi trascinare in avanti». Del gruppetto di dieci ragazzini fermi sulla pista ciclabile, all’altezza del passo carraio, il quattordicenne si è ritrovato ad essere fra i primi ad essere travolto, assieme ad altri due amici.
«Ho avuto paura di non farcela»
È stato a quel punto che il ragazzino e gli amici hanno guardato nella direzione da cui proveniva il rumore: l’auto è sbucata dopo una curva. «Ho visto l’auto sbandare verso il fosso - racconta ancora il ragazzino - ho pensato finisse lì dentro, lungo il fossato che costeggia la strada dal lato opposto rispetto a dove eravamo noi, invece un istante dopo ha cambiato direzione e l’abbiamo vista venire dritta verso di noi. L’istinto è stato quello di alzarmi e di correre via. Mi sono visto l’auto passare sulla testa, ho sentito un forte colpo alla schiena e mi sono sentito trascinare a terra. Ho avuto paura di non farcela. Quando ho aperto gli occhi mi sono toccato la faccia e ho capito che avevo del sangue, un mio amico mi ha aiutato, mi sono buttato sull’erba e ho atteso i miei genitori».
Un grande spavento
Sul posto l’arrivo dei genitori avvertiti dagli amici di quanto era accaduto, le ambulanze e la corsa all’Ospedale per i feriti. «Quando siamo arrivati sul posto dell’incidente sembrava il caos - ha detto il papà del giovane –, sembrava fosse scoppiata una bomba. Abbiamo visto nostro figlio a terra, era cosciente, è stato un grande spavento. La telefonata ricevuta dagli amici ci ha raggelato il sangue, e quando siamo arrivati in via Martignon il timore che fosse successo qualcosa di grave si è purtroppo mostrato davanti a noi. Ora le sue condizioni stanno lentamente migliorando, ci vorrà un po’ di pazienza, ma dobbiamo guardare avanti e pensare a ritornare a casa». E in queste ore sono poi continui i messaggi e le telefonate che si scambiano gli amici, fra di loro si danno coraggio, impossibile non essere ancora scossi per quanto vissuto, condividono la paura di quei drammatici momenti, e la gioia di essere tutti ancora assieme.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino