OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PAESE (TREVISO) - Duecentomila euro affidati a una donna rom con la speranza di investimenti fruttuosi, di cui però Sergio Miglioranza non aveva ricevuto neanche un centesimo. È il retroscena emerso ieri in aula, durante l’ennesima udienza che vede alla sbarra il 72enne di Paese, accusato di aver incendiato la sua casa di Castagnole, in cui sono morte la moglie Franca Fava, 68 anni, e l’amica di famiglia, Fiorella Sandre, 74, morte asfissiate e carbonizzate. L’anziano è a processo per duplice omicidio pluriaggravato e premeditato, incendio doloso, violazione dei sigilli apposti sul terreno teatro della tragedia e tentata truffa ai danni dell’assicurazione. In base a quanto ricostruito in aula l’anziano non navigava in buone acque. L’accusa ha sempre sostenuto che il movente del rogo fosse di natura economica: Miglioranza voleva incassare le polizze assicurative, probabilmente per sanare alcuni debiti e rifarsi una vita. Ma il retroscena venuto a galla, in realtà sembra offrire una sponda anche alla teoria della difesa: e cioè che il rogo sia stato appiccato da qualcun altro, qualcuno che voleva fare del male al 72enne, magari per questioni di soldi.
L’INVESTIMENTO
Una delle testimonianze chiave dell’udienza di ieri mattina è stata quella di un luogotenente dei carabinieri di Montebelluna, ora in pensione.
GLI INNESCHI
Un altro aspetto su cui insiste la difesa, affidata agli avvocati Rossella Martin e Simone Guglielmin, è che gli inneschi sarebbero troppi per essere stati accesi da una sola persona. Si torna così all’ipotesi che siano opera di qualcun altro. Ma dall’analisi delle celle telefoniche la notte dell’incendio non risulta che ci fossero a Castagnole dispositivi in uso a persone con cui il 72enne aveva avuto contatti recenti. Tanto meno con la donna rom da cui attendeva quei 200mila euro. Vero è che a eventuali terze persone sarebbe bastato spegnere il cellulare per non agganciare le celle.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino