CESIOMAGGIORE - Addio a 5mila metri quadrati di area boscata del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi. Un violento incendio non ha risparmiato vegetazione e animali nella zona...
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L'ALLARMELe telefonare di residenti della Valle che vedevano il fumo sono iniziate ieri alle 10.30. Molte anche le chiamate arrivate al sindaco Carlo Zanella. «Sono stato avvisato verso mezzogiorno sono andato in val di Canzoi verso l'una. Sul posto c'era già la protezione civile, per regolamentare l'eventuale flusso di curiosi e il comandante dei carabinieri forestali della stazione di Pian d'Avena».
I SOCCORSIA coordinare le operazioni il tenente colonnello Marina Berto, capo del reparto carabinieri forestali del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi. Intervenuti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Feltre, i carabinieri di Santa Giustina. La zona però era inaccessibile, impervia e è stato necessario l'intervento dell'elicottero regionale. Ha iniziato le operazioni di spegnimento intorno alle 13.30 di ieri: sono terminate nel pomeriggio alle 17.30. «Attive da subito - si legge sul sito Veneto Ambiente News dell'assessorato regionale all'Ambiente e Protezione civile dell'assessore Gianpaolo Bottacin - le strutture regionali preposte supportate dai volontari Aib del Feltrino».
LE FIAMMEL'origine del rogo non è dolosa: alla zona non arrivano sentieri e pare impossibile che qualcuno possa esserci arrivato appositamente. Sembra probabile, invece, come già avvenuto in passato in Valle e come confermano i carabinieri forestali, la causa naturale. Un fulmine, caduto con il forte temporale che c'è stato la sera prima. Sarebbe rimasto latente per ore, covando e scatenando le fiamme con il caldo di ieri. «Negli anni passati ce ne erano stati altri casi nei monti vicini», conferma il sindaco Zanella. La conferma arriva anche dai carabinieri forestali del Parco. Il colonnello Berto afferma: «Ogni anno registriamo un paio di fenomeni di questo tipo, eventi naturali che in montagna sono inevitabili».
I DANNIIeri la speranza era che piovesse nuovamente in modo da agevolare lo spegnimento. Purtroppo non è andata così e sono stati necessari diversi passaggi dell'elicottero. Il bilancio è di 5mila metri quadrati di pino mugo, rododendro andati distrutti. Una zona mista, anche rocciosa, con pendenza del 40% dentro al Parco. Senza contare la fauna selvatica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino