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TREVISO - Elena Pavin, la giovane affittuaria dell'appartamento dove è scoppiato l'incendio, prima di essere ricoverata in ospedale, ha detto: «Ero in bagno quando, all'improvviso, ho sentito un rumore di vetri rotti, come uno scoppio, provenire dal salotto. Sono uscita di corsa dal bagno per andare a controllare e ho visto le fiamme ormai alte. A quel punto mi sono buttata fuori e ho cominciato a urlare e a bussare alle porte degli altri appartamenti perchè scappassero tutti dal condominio. Ma, intanto, ho respirato tutto quel fumo che aveva invaso le scale e ora mi portano in ospedale. Ho avuto davvero tanta paura».
Nel giardino che cinge il condominio di via Pennacchi, c'è Wageesha Verasing, 13enni che frequenta le Martini e abita con la famiglia al terzo piano, proprio di fianco all'appartamento coinvolto dall'incendio. «Ero a casa con mia mamma quando ho sentito la vicina urlare.
LA PAURA
A raccontare quegli interminabili istanti di paura anche Dino Methisge. Lui e i suoi tre fratelli erano in casa con mamma e papà. «Stavo ascoltando musica rap, avevo le cuffie e non sentivo i rumori che provenivano dall'esterno. A un certo punto è entrato in camera mio padre. Aveva gli occhi fuori dalle orbite e ci urlava di uscire, che c'era un incendio. In un attimo mi sono reso conto di quanto stava succedendo. E sono corso fuori. Non ho portato via nemmeno le cuffie con cui ascolto musica. Sono scappato, e basta. Adesso aspetto di poter rientrare a recuperare almeno la mia bicicletta (erano le 18 di ieri e alle 20 gli inquilini non erano ancora rientrati nelle loro case per recuperare gli effetti personali).
LA SPERANZA
E poi una giovane, dai lunghissimi capelli neri, Malisha Fonseca: «Ho avuto tanta paura e ora temo per casa mia. È stato orribile, vedere quel fumo nero e le fiamme. Per fortuna nessuno della mia famiglia è dovuto ricorrere alle cure dell'ospedale. Siamo stati fortunati. Adesso spero solo di dimenticare le urla che ho sentito, i rumori dei vetri che scoppiavano e quell'odore forte che mi si è appiccicato addosso. Voglio dimenticare e tornare a casa mia». Invece, di tempo prima che lo stabile sia nuovamente agibile, ce ne vorrà parecchio. I lavori necessari sono importanti. Ma di questo se ne sta già occupando l'amministratrice di condominio.
V.L.
Il Gazzettino