TREVISO - Elena Pavin, la giovane affittuaria dell'appartamento dove è scoppiato l'incendio, prima di essere ricoverata in ospedale, ha detto: «Ero in bagno quando, all'improvviso, ho sentito un rumore di vetri rotti, come uno scoppio, provenire dal salotto.
Nel giardino che cinge il condominio di via Pennacchi, c'è Wageesha Verasing, 13enni che frequenta le Martini e abita con la famiglia al terzo piano, proprio di fianco all'appartamento coinvolto dall'incendio. «Ero a casa con mia mamma quando ho sentito la vicina urlare. Abbiamo aperto la porta e c'era un sacco di fumo. Ci siamo precipitati fuori ma ero terrorizzato che i pesci dei miei due acquari fossero morti». A rincuorare il giovane Wageesha è lo stesso vicedirettore dei Vigili del fuoco: «I tuoi pesci sono sani e salvi, stai tranquillo». Drammatico il racconto dell'avvocato Enrica Capra: «Ho sentito le urla al piano di sotto. Inizialmente pensavo che stessero litigando ma poi ho capito che era qualcosa di più serio. Sentivo che batteva a tutte le porte e ho spalancato l'uscio di casa. Sono stata investita da una nuvola di fumo nero, acre. Ho fatto bagnare degli stracci alle figlie che ho piazzato in tutti gli spiragli di porte e finestre e poi ho chiamato i Vigili del fuoco». Sono stati i pompieri a trarre in salvo lei e le figlie, queste ultime sono state trasportate al Ca' Foncello per intossicazione, ma stanno bene.
LA PAURA
A raccontare quegli interminabili istanti di paura anche Dino Methisge. Lui e i suoi tre fratelli erano in casa con mamma e papà. «Stavo ascoltando musica rap, avevo le cuffie e non sentivo i rumori che provenivano dall'esterno. A un certo punto è entrato in camera mio padre. Aveva gli occhi fuori dalle orbite e ci urlava di uscire, che c'era un incendio. In un attimo mi sono reso conto di quanto stava succedendo. E sono corso fuori. Non ho portato via nemmeno le cuffie con cui ascolto musica. Sono scappato, e basta. Adesso aspetto di poter rientrare a recuperare almeno la mia bicicletta (erano le 18 di ieri e alle 20 gli inquilini non erano ancora rientrati nelle loro case per recuperare gli effetti personali).
LA SPERANZA
E poi una giovane, dai lunghissimi capelli neri, Malisha Fonseca: «Ho avuto tanta paura e ora temo per casa mia. È stato orribile, vedere quel fumo nero e le fiamme. Per fortuna nessuno della mia famiglia è dovuto ricorrere alle cure dell'ospedale. Siamo stati fortunati. Adesso spero solo di dimenticare le urla che ho sentito, i rumori dei vetri che scoppiavano e quell'odore forte che mi si è appiccicato addosso. Voglio dimenticare e tornare a casa mia». Invece, di tempo prima che lo stabile sia nuovamente agibile, ce ne vorrà parecchio. I lavori necessari sono importanti. Ma di questo se ne sta già occupando l'amministratrice di condominio.
V.L.