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La pioggia caduta nella notte «ha consentito di fare dei grandi passi avanti, ma siamo ancora in fase emergenziale. L’incendio non è ancora spento». Il sindaco di Resia Anna Micelli anche ieri, 24 luglio, era impegnata in prima persona ad accompagnare le persone per un passaggio in sicurezza. «Abbiamo scortato almeno 100 auto e non è finita». In mattinata, con il sindaco di Resiutta Francesco Nesich ha sorvolato la vallata con l’elicottero «per renderci conto dall’alto dei danni per una prima valutazione. Il fronte è parecchio esteso, sul nostro tratto di strada, per almeno 3-4 chilometri. Poi ha scollinato». Inizia la conta dei danni. C’è una prima stima? «Non ho un’idea precisa ancora - non si sbilanciava Micelli nel pomeriggio - ma c’è un’area vasta che ancora continua a fumare». C’è il bosco andato in fumo, gli animali non scampati alle fiamme, la viabilità da ripristinare, ma vanno considerati anche «i costi di tutta la macchina dei soccorsi. Mi auguro che le indagini delle autorità competenti accertino come è andata. Dal mio punto di vista - è l’ipotesi di Micelli - non è un incendio che si è sviluppato per autocombustione. Io penso a dei piromani. È da irresponsabili creare condizioni di pericolo per soccorritori e cittadini». La pioggia, l’altra notte, «ha fatto il suo, ma ci vorrà ancora del tempo, come ci vorrà del tempo per mettere in sicurezza il versante che da Povici si estende fino a quasi un chilometro dal primo borgo abitato, per il transito utile e sicuro delle persone». La bretella temporanea? «È un pezzo della storia, non la storia. Il primo pezzo è la bretella, poi c’è l’ex provinciale, ancora oggetto di incendio con il pericolo di caduta massi. Oggi (ieri ndr) siamo stati bloccati dalle 12 alle 14. I vigili del fuoco ci hanno avvisato che non era possibile né entrare né uscire da Resia, neanche con la scorta, perché avrebbero dovuto prima attivare la bonifica e il disgaggio del tratto con i massi pericolanti». Ieri, secondo i conti di Sonia Zanaga, nel ruolo di Dos, erano operativi «28 volontari della Protezione civile, 14 forestali e 10 vigili del fuoco. La maggior parte ha operato vicino agli stavoli Ruschis, per fare bonifica e indirizzare i lanci dei due canadair e dell’elicottero, mentre gli altri nel versante del Fella hanno fatto bonifica, monitoraggio e rifornimento del vascone. La situazione è abbastanza sotto controllo: un pochino per la pioggia e tanto per il lavoro dei velivoli». Secondo i vigili del fuoco, le temperature che si sono innalzate durante la giornata non hanno aiutato. Fino a lunedì doppi turni confermati per i pompieri.
LE VOLONTARIE
Mobilitati anche i volontari di Protezione civile.
NEL PORDENONESE
L’altra notte i temporali con fulmini hanno provocato incendi a Claut e sul monte Raut, subito domati dalla Protezione civile, in campo con gli elicotteri. Ieri pomeriggio i vigili del fuoco di Pordenone sono intervenuti con il distaccamento di Sacile e l’autobotte per un incendio sterpaglie vicino al monumento al ciclista di Aviano per evitare che il fuoco si propagasse alla vegetazione e ai boschi dei versanti soprastanti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino