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MESTRE - Nel 2023 la crescita delle imprese artigiane digitali in Veneto è stata del 6,6%, performance che «doppia» il risultato dell'Italia (+3,3%). Il dato emerge dall'elaborazione di Confartigianato Veneto, su dati Unioncamere. Tra le regioni con almeno 500 imprese artigiane digitali, dietro al Veneto il più marcato dinamismo si registra in Lazio con +5,9%, Sardegna con +5,7%, Piemonte con +4,0%, Emilia-Romagna con +3,4% e Lombardia con +3,3%. Il crescente flusso degli investimenti delle imprese ha sostenuto l'intensificazione dei processi di digitalizzazione, generando una domanda che ha stimolato l'offerta nei settori dei servizi digitali creando valore aggiunto e alimentando la crescita del Pil. «L'innovazione tecnologica - sottolinea il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschetto - serve a esaltare il patrimonio di eccellenza e di competenze delle nostre aziende. È necessario sostenere questa loro propensione con il pieno coinvolgimento e la facile accessibilità alle misure alle misure previste per realizzare le transizioni digitali e green». Negli ultimi cinque anni (terzo trimestre 2018-terzo trimestre 2023) le imprese artigiane venete dei servizi di informazione e comunicazione sono salite del 19,5% (da 1.209 a 1.445), in controtendenza rispetto al calo delle imprese artigiane totali (-4,7%).
Forte calo degli impieghi bancari
Tra l'agosto di quest'anno e quello del 2022 gli impieghi bancari vivi alle imprese italiane sono diminuiti del 7,7. In termini assoluti la contrazione è stata pari a 55,8 miliardi di euro. La stima è dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui «è ormai credit crunch».
Impieghi, la situazione nelle Regioni
Tra le aziende con meno di 20 addetti, tra agosto 2022 e agosto 2023 la riduzione del credito è stata pari a 10,6 miliardi di euro (-8,7%). Attualmente, l'ammontare complessivo dei prestiti bancari erogati alle piccolissime imprese è di 111 miliardi di euro. La contrazione regionale più importante ha riguardato le realtà delle Marche (-11,1% pari a un valore assoluto di -421 milioni). Seguono quelle del Veneto (-10,2%, -1,3 miliardi), del Friuli Venezia Giulia (-10,1%, -265 milioni) e della Lombardia (-10,1%, -2,3 miliardi). Le situazioni meno critiche si sono verificate in Sardegna (-6,7%, -178 milioni), in Trentino Alto Adige (-6,4%, -515 milioni) e nel Lazio (-6,3 %, -481 milioni). A livello provinciale, le piccole realtà imprenditoriali più interessate dalla stretta creditizia sono state quelle di Bergamo (-13,1%, -328,5 milioni), Varese (-12,7%, -182,1 milioni), La Spezia (-12,5, -47,2 milioni), Lecco (-12,4%, -82,8 milioni), Ancona (-12,1%, -127,4 milioni), Isernia (-12%, -12,2 milioni) e Pesaro-Urbino (-11,9, -116,7 milioni). Le flessioni più contenute sono nella provincia di Sud Sardegna (-5,1%, -20,3 milioni), Bolzano (-4,7%, -255 milioni) e Grosseto (-2,7%, -25,6 milioni).
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Il Gazzettino