PADOVA - Erano le 17,40 di domenica 3 aprile 2016: «Non mi rispondi...Non vedo vie d'uscita...Sto preparando il cappio, spero di non aver fatto del male ai miei...
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LE ACCUSE Dopo il suicidio dell'imprenditore, i due coniugi polesani avevano continuato a perseguitare la moglie della vittima. E con un complice avevano minacciato anche il legale incaricato dalla vedova. L'inchiesta è chiusa e il pubblico ministero Giorgio Falcone chiede il giudizio di tre imputati. Il 14 dicembre dovranno comparire davanti al gip. Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, diffamazione e estorsione sono le accuse dalle quali dovranno difendersi Giampaolo Cominato, cinquantottenne, commercialista di Adria, e la moglie Raffaella Tessarin, quarantaseienne, contabile, difesi dall'avvocato Massimo Munari. Il terzo imputato è Paolo Vincenzo Malvini, cinquantunenne di Cinisello Balsamo, difeso dall'avvocato Stefano Geruda. Malvini è accusato di estorsione.
LA STORIA I due coniugi polesani avevano messo alla gogna l'imprenditore attraverso il portale Facebook Segnalazione truffe immobiliari. E un mese dopo quell'esposto Bruno Ruzzarin si era impiccato nella sua abitazione. I coniugi adriesi qualche mese prima, attraverso la Delta Immobiliare srl, avevano stipulato un contratto preliminare, pagando anche la caparra, per l'acquisto di alcune mansarde a San Vito di Cadore. Erano sorti problemi nella consegna degli immobili e ne era nata una controversia civilistica. I coniugi polesani volevano indietro la caparra, ma Ruzzarin si era opposto. Il rifiuto aveva fatto arrabbiare i coniugi che avevano inscenato la diffamazione.
LE MINACCE Dopo la morte di Ruzzarin, Paolo Vincenzo Malvini e un complice erano entrati nello studio del legale della famiglia dell'imprenditore, minacciandolo di spedirgli dei camorristi se non avesse rinunciato al suo incarico come curatore degli interessi di Edilveneta srl.
Il Gazzettino