L'impresa impossibile di dare lavoro, oggi. L'avventura in cui è incappato Giuseppe Unghietti, imprenditore di Susegana (Treviso), è la conferma di come...
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Il libretto famiglia è nominativo prefinanziato, composto da titoli di pagamento del valore di 10 euro (il lavoratore ne percepisce netti otto per un'ora) pensato per pagare piccoli lavori domestici, assistenza ad anziani o disabili. L'interessato, singolo o famiglia che sia, deve prima acquistare il libretto tramite Poste o Inps, caricare la somma di denaro desiderata, inviare comunicazione all'Inps e solo dopo sarà autorizzato a pagare la prestazione.
Ma è proprio nelle pieghe di questa lunga trafila che, fatalmente, le cose si complicano. «Per avere il libretto di famiglia bisogna collegarsi al sito internet dell'Inps - racconta Unghietti - però ci vuole il codice Spid necessario ad entrare in MY INPS in tempi brevi senza attendere l'invio del codice Pin per cui si dovrebbero invece aspettare 15 giorni. Allora mi sono registrato al sito Poste ID. Operazione abbastanza veloce: 20 minuti circa. Dopodiché sono andato all'ufficio postale per il riconoscimento. Faccio tutto in 30 minuti, neanche male. Torno a casa e mi loggo, ma le credenziali non vengono accettate». E qui comincia la vera odissea: «Cambio la password - prosegue l'imprenditore - ma ancora niente. Chiamo allora il call center delle Poste per due volte: numero a pagamento, spendo 10 euro. Tra il solito scaricabarile di competenze dopo quasi due ore riesco ad accedere al sito Poste ID».
Complicato sì, ma almeno è finita bene... «Non direi. Vado avanti e adesso mi si chiede di scaricare la App delle Poste sul telefonino per generare il codice - continua Unghietti -. Faccio anche questo e finalmente, anche se la mattina ormai è andata, accedo al sito dell'Inps».
Pronti, via? Macché. «Entro nella sezione Prestazioni occasionali Inps - Libretto di Famiglia - continua l'imprenditore - compilo tutti i dati richiesti, l'operazione è veloce, senza problemi, a parte il fatto che bisogna avere un indirizzo di PEC che non tutti i cittadini hanno». E anche questo servizio è quasi sempre a pagamento.
Dài, ci siamo quasi... «Inserisco il codice fiscale del lavoratore occasionale, ma non viene riconosciuto dal sistema - sbotta - In quel momento capisco che anche il prestatore deve fare la stessa trafila e crearsi un conto on line per riscuotere il compenso. Tutti e due infatti dobbiamo avere un conto on line, chi paga e chi riscuote. Non solo: il datore deve versare il denaro all'Inps con il modello F24, quindi chi non ha un conto on line deve recarsi anche in banca. Senza dimenticare che solitamente i lavoratori saltuari sono pensionati o stranieri ai quali i soldi servono subito e non possono attendere la contabilizzazione Inps di qualche decina di euro che viene fatta entro il 15 del mese successivo (es.: se lavoro oggi, 24 gennaio, riscuoto dopo il 15 febbraio)».
RISULTATO
Altro che promesse di semplificazione e lotta al lavoro nero. «I voucher, almeno - rimarca Unghietti - si compravano in tabaccheria e permettevano al lavoratore di incassare la paga il giorno dopo la prestazione».
Ma la faccenda come è finita? «Ditemi voi cosa avrei dovuto fare... Considerato che anche il mio consulente del lavoro non fa consulenza per il libretto di famiglia - in effetti mi costerebbe più lui della prestazione del lavoratore - dopo aver tentato di tutto per tutelare il lavoratore e rispettare le leggi, ho lasciato perdere. Nell'era digitale questo offre la nostra pubblica amministrazione». E per la manutenzione della sua casa? «Mi sono arrangiato».
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Il Gazzettino