Azienda in crisi, imprenditore di 56 anni si toglie la vita sul posto di lavoro

Valter Pozzebon e l'azienda chiusa per lutto
PAESE - L’azienda è in crisi, lui si toglie la vita. Un gesto estremo, compiuto da un 56enne di Paese, Valter Pozzebon. Una tragedia consumata tra le quattro...

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PAESE - L’azienda è in crisi, lui si toglie la vita. Un gesto estremo, compiuto da un 56enne di Paese, Valter Pozzebon. Una tragedia consumata tra le quattro mura della sua attività, specializzata nella lavorazione del ferro. Ma che nella Marca ne rievoca una più grande: la crisi del 2008 che spinse al suicidio decine e decine di imprenditori, disperati perché non riuscivano più a mandare avanti le loro imprese. Ora, con la pandemia ancora in atto, la guerra in Ucraina che non accenna a placarsi, i rincari e la sfida dei mercati globali quello spettro torna ad affacciarsi. Per il 56enne far quadrare i conti era diventata una prova da funambolo sempre più difficile. Tra committenti che non pagavano, fornitori a cui versare il corrispettivo per le materie prime. E i rincari di bollette e carburanti a cui far fronte. Troppo per un 56enne di Paese, titolare di un’attività specializzata nella lavorazione del metallo. Al punto da compiere il gesto estremo. Proprio all’interno della sua azienda, a cui aveva dedicato tempo, risorse ed energie. Ma che negli ultimi tempi sentiva di non riuscire più a mandare avanti. Ed è lì che ha deciso di farla finita. 


IL GESTO ESTREMO
Il 56enne si è tolto la vita giovedì sera, 23 giugno: il corpo esanime è stato ritrovato verso le 20.30, l’ora in cui è scattata la chiamata al 118. L’ambulanza è intervenuta tempestivamente ma per l’uomo non c’era purtroppo più nulla da fare. Il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’imprenditore. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri per i rilievi del caso. Le circostanze della morte non lasciano spazio a dubbi: si è trattato di un gesto volontario e deliberato. Le cui motivazioni affondano le radici nelle difficoltà economiche in cui versava il 56enne, come appurato dai militari. 


IL CORDOGLIO
Sono ore di dolore e di angoscia per la moglie e i figli, a cui l’intera comunità di Paese si stringe in un abbraccio virtuale di cui avrebbe voluto far sentire il calore anche al 56enne per evitare che rinunciasse al bene più prezioso che aveva. «È uno choc - afferma la sindaca Katia Uberti -. Siamo vicini alla famiglia. Va assolutamente scongiurata la spirale di morte che la crisi del 2008 ha portato con sé». Un monito condiviso anche da Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, addolorato di fronte a una morte provocata da problemi economici: «Abbiamo attivato degli sportelli di sostegno e degli strumenti proprio per evitare questi drammi. Uno degli strumenti a disposizione delle imprese in difficoltà è l’organismo di risoluzione della crisi, attivo da novembre. Si tratta di un pool di professionisti che sono in grado di affiancare gli imprenditori in difficoltà. Sono preparati ad affrontare queste situazioni e possono rappresentare un valido aiuto». 


L’APPELLO


Da qui l’appello a rivolgersi agli appositi sportelli e alle istituzioni. «Non c’è niente di cui vergognarsi né di cui aver paura - dice Pozza -. La rete tra enti e istituzioni serve proprio a tutelare i cittadini e le imprese. Le difficoltà economiche ci sono, soprattutto di questi tempi, è innegabile. Per questo i nostri imprenditori non vanno lasciati soli». Poi aggiunge: «Non conoscevo il 56enne ma la sua morte mi addolora e alla famiglia va tutta la mia vicinanza». 

 

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Il Gazzettino