Manager dei trattori, Andrea Leonardi è direttore per il mercato italiano di New Holland: «Così ho cambiato vita»

Manager dei trattori, Andrea Leonardi è direttore per il mercato italiano di New Holland: «Così ho cambiato vita»
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ODERZO (TREVISO) - Dal 2016 Andrea Leonardi è direttore per il mercato Italia di New Holland, il secondo più grande produttore al mondo di macchine agricole. Se i trattori giallo-blu sono notissimi e con loro vendemmiatrici e mietitrebbie, pochi sanno che dalla città opitergina arriva il business director per l’Italia, laurea in legge all’università di Ferrara, un master al Cuoa Business School e una carriera iniziata alla Felisatti Elettroutensili nel 2006. Dopo esperienze come export area manager in diverse aziende, Leonardi è approdato alla New Holland.


LA CHIAMATA
«Quando ho avuto la possibilità di andare a lavorare a Ferrara – racconta – ho colto subito quella che era una straordinaria opportunità per un importante cambio di vita. All’epoca viaggiavo moltissimo e volevo provare a fare un diverso percorso di crescita». A Oderzo la sua famiglia è nota: il papà Salvatore Leonardi è stato a lungo segretario comunale. «Sono entrato in New Holland nel 2013 – prosegue il manager – per me occuparmi di questi trattori, di queste macchine agricole che sono esportate in oltre 170 paesi del mondo, è motivo di profondo orgoglio. Nel 2016 l’allora business director per l’Italia Marco Mazzaferri ha lasciato l’azienda e il top management di New Holland ha deciso di affidare a me l’incarico. Ho accolto questa sfida con entusiasmo. Da allora seguo per il mercato italiano tutto il business inerente il nostro portafoglio prodotti». Si va ad esempio dai notissimi trattori blu, alle macchine da raccolta, come le vendemmiatrici, le mietitrebbie, le presse sia quadrate che rotonde (per ottenere le balle di fieno o di paglia), agli aratri fino alle macchine movimento terra. Macchine agricole che rendono più agevole il lavoro venendo incontro ala mancanza di manodopera. «Non si trovano, per esempio, più persone per la raccolta dell’uva ed ecco che sempre più aziende si affidano alle nostre vendemmiatrici. Le macchine sono dotate di sensori ottici in grado di distinguere il grado di maturazione degli acini separandoli di conseguenza».


LE SFIDE


Ai dubbiosi circa la qualità del vino ottenuto con la vendemmia meccanizzata Andrea Leonardi risponde: «In Francia vendiamo circa 350 vendemmiatrici all’anno e a sappiamo tutti molto bene quanto i francesi tengano alla qualità dei loro vini». Non solo: la tecnologia in campo supporta la sostenibilità. «Si ottimizzano i tempi di raccolta. Al tempo di mio padre la trebbiatura durava tre mesi, oggi si svolge in un paio di settimane. Non ci sono tempi morti: l’uva raccolta è subito portata in cantina dove i grappoli sono lavorati a tutto vantaggio della conservazione di profumi e sapori». Ci sono macchine in grado di riconoscere la composizione del terreno e dosare di conseguenza concimi ed anticrittogramici, evitando di usarli dove non servono. «La tecnologia ha fatto passi da gigante – afferma il manager – e per esser sempre più sostenibili, contenendo emissioni ed uso della chimica, bisogna essere sempre più tecnologici». E’ un settore in continua evoluzione, al quale il manager opitergino si dedica con rinnovata passione. Ritagliandosi, ogni tanto, un giro a Oderzo. «Il Veneto è per noi una regione importante, rappresenta circa il 20% del nostro fatturato. Abbiamo un’ottima intesa con il Consorzio Agrario e con altri concessionari. A Oderzo vivono mia mamma e i miei fratelli, nella città opitergina vorrei poter tornare di più». Sotto i portici Andrea Leonardi non disdegna una sosta per un buon bicchiere. «Talvolta, quando sono a pranzo con i vertici di New Holland, si stupiscono nel vedere che il vino mi piace e, soprattutto, me ne intendo. C’è poco da stupirsi, io sono veneto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino