Impianti fotovoltaici, sequestrati 44 milioni per incentivi illeciti

Impianti fotovoltaici, sequestrati 44 milioni per incentivi illeciti
Si sono traditi con una sciocchezza, la richiesta di rimborso di contributi pubblici erogati dal gestore dei servizi energetici (Gse) per degli investimenti in pannelli...

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Si sono traditi con una sciocchezza, la richiesta di rimborso di contributi pubblici erogati dal gestore dei servizi energetici (Gse) per degli investimenti in pannelli fotovoltaici in provincia di Matera, in Basilicata. Soltanto che la richiesta l'avevano fatta a Bolzano, dall'altra parte dell'Italia. Da quella domanda sono partiti gli uomini della Guardia di finanza di Venezia e di Bolzano per scoprire quella che la procura di Matera ha classificato come una truffa contestata a una sessantina di persone e che ha spinto la Corte dei Conti di Venezia a chiedere - e ottenere - il sequestro di beni mobili e immobili per una valore di 44 milioni di euro nei confronti di otto persone che si sono succedute alla guida della QCII Basilicata srl tra il 2005 e il 2016. Una società con sede originariamente a Padova, dal 2008 al 2013, in uno studio di commercialisti in via Rismondo 2, che grazie ai capitali messi dalla più importante azienda di energia rinnovabile della Germania, aveva costruito nove parchi fotovoltaici in Basilicata su una superficie di 290mila metri quadrati, più o meno come quaranta campi da calcio. Suddivisi poi in  quaranta piccole società veicolo - tutte con la stessa denominazione, lo stesso indirizzo, senza uffici né dipendenti - interamente partecipate dalla stessa capogruppo così da dividere i parchi in Basilicata in 246 impianti fotovoltaici e far risultare che ciascuna delle società fosse in realtà di potenza inferiore a 50 kilowatt. Era questo il grimaldello con cui arrivare a ottenere, negli anni, finanziamenti pubblici da Gse per 65 milioni di euro, il danno erariale contestato dalla Corte dei conti di Venezia. Che è riuscita a sequestrare somme per 44 milioni di euro proprio grazie al passaggio padovano è riuscita a mettere mano sugli affari e procedere ai sequestri. Sotto sigillo - per il danno commesso in Veneto - sono finiti 37 milioni (che è il valore dei 246 impianti, perfettamente in funzione), 2,2 milioni (valore della superficie) e 650 mila euro su dei conti correnti di una filiale a Matera di una banca bergamasca, oltre a immobili a Matera e Roma.


Ma, prima in Italia, la magistratura erariale lagunare ha chiesto il sequestro di quattro appartamenti in Germania. Il sospetto delle indagini è che alcuni guadagni della stessa società tedesca, attirata in affari dall'ideatore del parco fotovoltaico, un imprenditore materano, poi prendessero la strada del Lussemburgo. Un raggiro che vede indagini simili in Lombardia, con affari di imprenditori russi, e in Sardegna, con imprenditori indiani. «È stata un'indagine complessa - ha chiarito ieri il procuratore regionale della Corte dei Conti di Venezia, Paolo Evangelista - che è partita da un piccolo tassello e ha visto poi creare un grande puzzle. Faccio però un appello agli ordini professionali: anche se non sono stati commessi illeciti, ci si poteva accorgere prima della richiesta presentata a Bolzano da un'azienda con impianti a Matera».
Nicola Munaro Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino