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«Abbiamo tutto il diritto di fare respingimenti perchè dalla rotta balcanica l’Italia non è il primo Paese di arrivo. I migranti devono oltrepassare almeno tre confini prima di arrivare da noi e quindi è nostro diritto fermarli e rimandarli in Slovenia o in Croazia. E per farlo, arrivati a questo punto, è necessario l’esercito». Si torna al passato in Friuli Venezia Giulia e il senatore della Lega, Marco Dreosto, coordinatore regionale del Movimento, ha deciso di cambiare passo. Se sino a qualche settimana fa, infatti, l’hotspot era considerato sufficiente per bloccare il flusso di migranti che ogni giorno oltrepassano le porte di Tarvisio, Trieste e Gorizia, ora, invece, serve anche l’esercito. Come era accaduto qualche anno fa.
La situazione degli arrivi
Dall’inizio dell’anno sono stati circa 8.400 i migranti arrivati dalla rotto balcanica. Ora, però, non ci sono più posti dove accoglierli e da Trieste a Udine, passando anche per Gorizia e arrivando persino a Pordenone, lontano almeno un centinaio di chilometri dal confine, c’è il rischio concreto di vedere le prime tendopoli. Dreosto ha già in mente la road map. «Nei prossimi giorni - spiega - incontreremo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al quale faremo presente la situazione lungo la rotta balcanica e quello che sta succedendo sui nostri confini. Chiederemo l’intervento dell’esercito perchè a questo punto è un problema di sicurezza nazionale. L’immigrazione incontrollata - va avanti - non è tollerabile ed è pericolosa. Per quanto mi riguarda, infatti, ci possono essere pure Ong talebane dell’accoglienza che hanno intenzione di destabilizzare l’Italia e l’Europa favorendo ondate di migranti irregolari tra cui, è provato, si possono nascondere pericolosi criminali o jihadisti. Mentre tutti sono concentrati sul fronte Est - va avanti il senatore - è necessario non dimenticarsi del pericolo, mai cessato, del terrorismo islamico. È quindi necessario difendere i nostri confini e dare un segnale forte all’estero di un Paese che sul tema migratorio è capace di tenere una linea chiara e intransigente».
Dreosto: «Schierare l'esercito»
«Numeri e regole d’ingaggio - va avanti il coordinatore regionale della Lega - le decida il Governo e il ministro, ma per quanto riguarda il confine friulano è necessario che i migranti della rotta balcanica non entrino in Italia. Lo ripeto: in questo caso non siamo primo Paese, quindi avanti con i respingimenti che devono essere quotidiani». Come dire, insomma, una sorta di modello francese a Ventimiglia. «L’auspicio - conclude Dreosto - è anche un ritorno ai decreti Salvini che avevano ridotto notevolmente gli arrivi via mare. Dall’altro lato, per quanto riguarda la rotta balcanica, contemporaneamente a un serrato dialogo con i sindaci e il territorio per trovare una soluzione ai migranti irregolari già presenti, è necessario, come ho detto, schierare l’esercito che, con pattugliamenti congiunti con altre forze armate, possa respingere i migranti fuori dai confini nazionali. È anche fondamentale usare tutte le nuove tecnologie per monitorare i confini, come droni e fotocellule.
L'hotspot
La richiesta di far intervenire l’esercito sui confini della regione potrebbe anche affievolire le tensioni su una delle questioni ancora aperte e motivo di contrasto nella maggioranza regionale, la realizzazione dell’hotspot. Il sito di Palmanova che era stato indicato, di fatto ha bloccato l’iter per una serie di incomprensioni tra Lega, Fdi e Forza Italia. Era stato deciso di “congelare” la situazione e di riparlarne a settembre con maggiore tranquillità. Del resto, anche con l’arrivo dell’esercito, sul territorio restano da sistemare almeno 500 - 600 migranti dislocati in varie città della regione che dormono all’aperto. Come dire che per evitare ulteriori intasamenti l’hotspot è fondamentale.
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