L'imam minacciato lancia la sfida al direttivo del Centro islamico

L'Imam Mohamed Hosny di fronte al Centro islamico di Pordenone
PORDENONE - L'imam di Pordenone, Mohamed Hosny ha presentato una denuncia dopo aver subito minacce. E al Centro islamico di Pordenone è salita la tensione.  La...

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PORDENONE - L'imam di Pordenone, Mohamed Hosny ha presentato una denuncia dopo aver subito minacce. E al Centro islamico di Pordenone è salita la tensione.  La Comunità musulmana di Pordenone si ritrova lacerata da una lotta intestina. Un ammutinamento che rischia di lasciare instabilità e incertezza nel Centro della Comina. Da un lato il direttivo uscente composto da poco meno di una ventina di membri che ha sospeso l’imam dall’incarico di guida spirituale. Dall’altro, l’imam Mohamed Abdelgawad Hosny Awadalla che sta portando avanti una battaglia di trasparenza, supportato da una parte della comunità ma anche da alcuni membri del direttivo intenzionati a non riconoscersi più nella gestione dell’associazione. Sarebbero inoltre quasi trecento i fedeli che negli ultimi mesi hanno firmato una “petizione” a supporto dell’imam. 

Si tratta di uno scontro interno per gli equilibri di potere, sfociati ieri pomeriggio in un litigio pubblico davanti ai giornalisti e conclusosi con l’intervento delle forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia. L’imam infatti a insaputa del direttivo dell’associazione aveva convocato i giornalisti e alcuni membri della comunità (i soci dell’associazione sono alcune centinaia a fronte di una comunità di fedeli che conta alcune migliaia di persone) per organizzare un’assemblea e una protesta contro l’attuale direttivo dell’Associazione islamica che gestisce il Centro islamico in Comina. Durante l’assemblea sono arrivati alcuni membri del direttivo che hanno contestato l’incontro, hanno ricordato all’imam che non era autorizzato a presentarsi in moschea (visto che il suo incarico di guida spirituale era stato sospeso con lettera del 23 dicembre). Ne è nato un litigio dai toni sostenuti e accuse reciproche.
LOTTE INTESTINE
Quello di ieri pomeriggio è stato l’ultimo durissimo confronto all’interno di «una comunità che finora è stata messa in silenzio con atteggiamenti violenti da parte di chi non vuole mollare le posizioni di potere» è l’accusa dell’imam Mohamed Hosny. Così l’attuale imam (guida spirituale a Pordenone dal 2017) ha dato voce a una parte di membri della comunità dei musulmani. Al punto che lo stesso Honsy la scorsa settimana durante una preghiera ha dichiarato all’assemblea dei fedeli «che l’attuale direttivo non è valido poiché, come si legge dal verbale di rinnovo delle cariche del 2017, i membri non sono stati eletti bensì si sono autonominati». Un’accusa forte che ha spinto l’imam a proclamare il dissolvimento del direttivo, a chiedere per sé le chiavi del Centro islamico della Comina nonché la nomina di un direttivo provvisorio in attesa delle elezioni convocate per il primo febbraio. Secondo lo stesso Hosny, sarebbe questa sua presa di posizione ad aver attirato su sé minacce e intimidazioni avvenute negli ultimi mesi e denunciate formalmente ai Carabinieri.
L’APPELLO

«Mi appello ai pordenonesi affinché siano solidali verso di me e verso la comunità islamica che sta soffrendo. E alle autorità affinché non riconoscano queste persone come interlocutori del Centro» è la posizione di Hosny. Le cose sarebbero peggiorate dopo il convegno organizzato e poi sospeso a novembre al quale avrebbero dovuto partecipare due predicatori noti per le posizioni integraliste. Da allora Hosny ha richiesto al direttivo di dichiarare apertamente le proprie responsabilità su quegli inviti, di andare a nuove elezioni contestando anche di non aver potuto visionare i conti economici dell’associazione (specie dopo l’estinzione del mutuo per l’acquisto della sede). Un «risveglio dal letargo» così alcuni membri della comunità hanno definito la situazione. La risposta del direttivo, oltre allo sbigottimento nel sentirsi esautorati dalla guida del Centro, è stata la lettera del 23 dicembre Hosny dall’incarico di imam: «Sta facendo tutto di testa propria, è stato sospeso e viene comunque al Centro. Sta creando difficoltà nell’associazione e ha creato problemi con i fedeli che ha anche insultato» hanno dichiarato ieri Alfred Shemshiri e Abdellah Ben Driss, presidente e vicepresidente dell’associazione islamica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino