Vaccino sperimentale, Illy resta senza Green Pass: «Così non posso lavorare»

Riccardo Illy
TRIESTE - È un vero e proprio paradosso quello in cui si trova l'imprenditore Riccardo Illy, che insieme ad altri 900 volontari ha partecipato alla sperimentazione...

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TRIESTE - È un vero e proprio paradosso quello in cui si trova l'imprenditore Riccardo Illy, che insieme ad altri 900 volontari ha partecipato alla sperimentazione del vaccino italiano Reithera. Pur avendo completato il ciclo, afferma in un'intervista al Corriere della Sera, non può avere il Green Pass, che gli è necessario per lavoro.


«L'impasse burocratica - spiega Illy - è dovuta a una circolare del ministero della Salute, che concede la carta verde solo a chi si è immunizzato con i quattro vaccini riconosciuti
dall'Ema». «La scoperta del problema - spiega l'ex governatore del Friuli Venezia Giulia - è avvenuta quando di recente mia moglie e io lo abbiamo richiesto. La cosa strana è che al contempo mi è arrivata la lettera dalla Regione che mi invitava a vaccinarmi».


«Sapevamo che fare da 'caviè avrebbe potuto comportare determinate situazioni, - racconta Illy - ma siamo delusi e avviliti per l'atteggiamento del governo nei confronti
dell'azienda italiana ReiThera: ha sviluppato un vaccino che funziona e con poche controindicazioni ma non riesce a ottenere finanziamenti pubblici. Sottolineo che il vaccino costerà molto meno di Pfizer e Moderna, di cui è stato appena annunciato un aumento di prezzo. E penso che ora ciascun Paese potrebbe acquistarlo senza la mediazione del'Ue».


L'impossibilità di avere il Green Pass è un problema per l'imprenditore. «Per le attività ludiche posso temporaneamente attendere. Ma per il lavoro no. Devo andare all'estero, dove ho delle aziende. Sarà un problema anche andare al ristorante per lavoro». Le soluzioni, prosegue Illy, sono piuttosto complesse al momento. «Nel breve termine i tamponi, con la difficoltà che comunque in alcuni Paesi non bastano. E poi, se la situazione non si risolve entro agosto, dovremo sottoporci a un vaccino riconosciuto dall'Ema, peraltro in doppia dose. Ma anche qui c'è un paradosso. Chi ha avuto l';infezione deve fare una sola dose, noi due. Scriveremo il libro dei paradossi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino