Hostess di Resana arrestata in Arabia Saudita. L'ultimo video di Ilaria De Rosa fuori dall'hotel con tre uomini, l'appello della famiglia: «Vogliamo riabbracciarla»

Hostess Ilaria De Rosa di Resana arrestata in Arabia Saudita
RESANA (TREVISO) - Ilaria De Rosa si era trasferita a Jeddah da circa tre mesi. L’ultima immagine dell’assistente di volo 23enne di Resana, prima che si venisse a...

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RESANA (TREVISO) - Ilaria De Rosa si era trasferita a Jeddah da circa tre mesi. L’ultima immagine dell’assistente di volo 23enne di Resana, prima che si venisse a sapere che è stata arrestata, risale a inizio maggio, presumibilmente tra il 2 e il 3, all’esterno dello Spectrums Residence, l’hotel di Prince Sultan Street, nel quartiere di Al Salamah, dove la giovane alloggiava. A immortalarla le telecamere dell’albergo: la si vede uscire dalla hall con a fianco tre uomini e salire su un’auto scura. I tre accompagnatori hanno tratti arabi e, viste le circostanze, non è escluso che fossero dei poliziotti in borghese. Non si vedono però manette, e nemmeno uno dei tre tenere la ragazza per un braccio o indurla a salire sull’auto. E questo fa pensare, come ipotizza la famiglia di Ilaria, che stesse uscendo per andare a passare una serata in compagnia. D’altra parte a Jeddah, dopo la fine del Ramadan scattata il 21 aprile scorso, le feste in città non si contano. E, purtroppo, non si contano nemmeno gli arresti che le autorità saudite operano per contrastare il fenomeno sempre più dilagante dello spaccio e dell’uso di sostanze stupefacenti. Il 29 aprile scorso, ad esempio, la Zatca (l’autorità doganale) ha sequestrato 4 milioni di pillole captagon (un’anfetamina utilizzata per i deficit di attenzione) al valico di frontiera di Al Batha, stringendo le manette ai polsi di tre persone. Il giorno in cui è stata arrestata Ilaria De Rosa, invece, le autorità ne hanno effettuati decine di arresti. Una sorta di “retata” contro i consumatori, che in Arabia Saudita sono trattati in pratica allo stesso modo degli spacciatori. 

Sottoposta a test antidroga, per la famiglia si tratta di un equivoco

I familiari dell’assistente di volo sono convinti che si tratti un colossale equivoco: «Per il suo lavoro viene sottoposta costantemente ai test antidroga - hanno riferito al sindaco di Resana, Stefano Bosa, che ieri mattina ha incontrato mamma Marisa e la sorella Laura nella loro casa di Castelminio - In altre parole respingono l’ipotesi che sia stata arrestata per colpa degli stupefacenti. Più plausibile che sia stata tirata in mezzo solo perché in compagnia di qualcuno che aveva della droga». Versione che potrebbe trovare riscontro con il fatto che, se fosse stato un normale controllo stradale e uno dei tre uomini con cui era in auto avesse dello stupefacente, la polizia abbia deciso di arrestare tutti e quattro gli occupanti, senza fare distinzioni. 

L'appello della famiglia

Mamma Marisa e la sorella Laura (che lavora e abita a Bruxelles), a cui si aggiunge anche il padre Michele (ufficiale dell’aeronautica in servizio in una base Nato in Belgio), non hanno però notizie ufficiali. «Vogliono riabbracciare Ilaria al più presto - continua il sindaco Bosa - e al momento chiedono soltanto di poter parlare con lei al telefono, o fare una videochiamata, giusto per sapere che sta bene e capire cosa possa essere accaduto». Per ora, però le autorità saudite hanno vietato qualsiasi comunicazione. La Farnesina è in continuo contatto con loro. «Ci stiamo interessando al caso e stiamo facendo tutto il possibile - afferma il deputato Dimitri Coin, membro della Commissione Esteri per la Lega - Il ministero sta lavorando per risolvere la questione». A cominciare dall’ottenimento del via libera a un incontro tra Ilaria e il console italiano a Jeddah, Simone Petroni, che assieme all’ambasciatore italiano a Riyad, Luca Ferrari, sta operando per cercare una soluzione positiva. L’ok era atteso ieri in serata, probabile che arrivi già questa mattina, salvo intoppi.


 

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Il Gazzettino