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RESANA (TREVISO) - I genitori di Ilaria De Rosa, assistente di volo 23enne di Resana, non avevano più sue notizie da due giorni. Sapevano che per lavoro era in Arabia Saudita. Temevano addirittura che fosse stata rapita. Erano talmente preoccupati che hanno deciso di denunciarne la scomparsa ai carabinieri i quali, dopo poco più di 24 ore, li hanno informati che era stata arrestata all'aeroporto di Jeddah. La conferma era arrivata dalla Farnesina, che si sta occupando del caso rimanendo in contatto con le autorità saudite. L'ipotesi di reato è traffico internazionale di stupefacenti, circostanza che appare quanto meno strana visto che la 23enne non ha mai avuto a che fare con le droghe. E, proprio per il suo lavoro di hostess per una compagnia aerea straniera, conosce bene i rischi di avere con sé degli stupefacenti in un paese arabo, e non solo. Le autorità italiane sono convinte che si tratti di un gigantesco equivoco, anche se nel frattempo la hostess rimane rinchiusa nelle carceri saudite.
La scomparsa di Ilaria De Rosa
La giovane hostess era partita per l'Arabia Saudita il 6 maggio scorso.
L'arresto
I militari, a fronte della denuncia, hanno proceduto alle indagini del caso, informando la Farnesina della situazione. Meno di 48 ore più tardi il responso: Ilaria era finita in manette. La notizia del suo arresto è arrivata ai genitori il 10 maggio, e da quel momento stanno facendo di tutto, assieme proprio alla Farnesina, per capire cosa sia accaduto e per cercare di far uscire di prigione la figlia. Nel Paese arabo le conseguenze per chi viene giudicato colpevole di traffico di stupefacenti sono pesanti, indipendentemente dalla quantità di droga che viene trovata. La Procura di Roma, competente per i casi di cittadini italiani arrestati all'estero, è in costante contatto con le autorità saudite. L'obiettivo, oltre a capire nel dettaglio la situazione, è quello di trovare una soluzione al più presto e riuscire a far tornare in Italia la 23enne. Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino