llaria De Rosa, l'hostess di Treviso arrestata in Arabia: la 23enne è accusata di «traffico di droga» Foto

Ilaria De Rosa
RESANA (TREVISO) - I genitori di Ilaria De Rosa, assistente di volo 23enne di Resana, non avevano più sue notizie da due giorni. Sapevano che per lavoro era in Arabia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

RESANA (TREVISO) - I genitori di Ilaria De Rosa, assistente di volo 23enne di Resana, non avevano più sue notizie da due giorni. Sapevano che per lavoro era in Arabia Saudita. Temevano addirittura che fosse stata rapita. Erano talmente preoccupati che hanno deciso di denunciarne la scomparsa ai carabinieri i quali, dopo poco più di 24 ore, li hanno informati che era stata arrestata all'aeroporto di Jeddah. La conferma era arrivata dalla Farnesina, che si sta occupando del caso rimanendo in contatto con le autorità saudite. L'ipotesi di reato è traffico internazionale di stupefacenti, circostanza che appare quanto meno strana visto che la 23enne non ha mai avuto a che fare con le droghe. E, proprio per il suo lavoro di hostess per una compagnia aerea straniera, conosce bene i rischi di avere con sé degli stupefacenti in un paese arabo, e non solo. Le autorità italiane sono convinte che si tratti di un gigantesco equivoco, anche se nel frattempo la hostess rimane rinchiusa nelle carceri saudite.

La scomparsa di Ilaria De Rosa

La giovane hostess era partita per l'Arabia Saudita il 6 maggio scorso. Una volta atterrata all'aeroporto internazionale di Jeddah, città sul Mar Rosso in cui era già stata diverse volte (come testimoniano le storie sul suo profilo Instagram), è stata sottoposta a un controllo da parte delle autorità saudite che, al termine dell'ispezione, le hanno stretto le manette ai polsi accusandola di traffico di droga. Da quel momento il suo telefono cellulare risulta spento. I genitori, con cui si sentiva a cadenza quotidiana indipendentemente dal Paese in cui si trovava, hanno provato come sempre a contattarla. Ma non hanno ricevuto risposta. Stesso tentativo il giorno successivo, il 7 maggio. Ancora nulla: il telefono era staccato. L'8 maggio è scattata così le denuncia di scomparsa. Ai carabinieri hanno raccontato tutta la loro preoccupazione, sottolineando che non era normale che non riuscissero a contattare la figlia Ilaria. Sapendola in Arabia Saudita, credevano fosse rimasta vittima di un sequestro di persona.

 

L'arresto

I militari, a fronte della denuncia, hanno proceduto alle indagini del caso, informando la Farnesina della situazione. Meno di 48 ore più tardi il responso: Ilaria era finita in manette. La notizia del suo arresto è arrivata ai genitori il 10 maggio, e da quel momento stanno facendo di tutto, assieme proprio alla Farnesina, per capire cosa sia accaduto e per cercare di far uscire di prigione la figlia. Nel Paese arabo le conseguenze per chi viene giudicato colpevole di traffico di stupefacenti sono pesanti, indipendentemente dalla quantità di droga che viene trovata. La Procura di Roma, competente per i casi di cittadini italiani arrestati all'estero, è in costante contatto con le autorità saudite. L'obiettivo, oltre a capire nel dettaglio la situazione, è quello di trovare una soluzione al più presto e riuscire a far tornare in Italia la 23enne. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino