TRIESTE - Il nuovo anno al Teatro Verdi si apre con l’atteso ritorno di un capolavoro mozartiano: Die Zauberflöte (Il Flauto magico) da molti critici...
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L’approccio più immediato è quello della fiaba, dato dalla storia che tradizionalmente si dipana tra dame da salvare, prove, imprevisti, personaggi nettamente tratteggiati e dai numerosi elementi fantastici. Ci possono poi essere letture più raffinate che colgono i riferimenti della storia d’ispirazione illuminista, o quelli di una continua contrapposizione di principi opposti: la luna, il sole, il capovolgimento del bene e del male, la confusione tra il vero e il falso. Infine sono noti i rimandi al mondo della Massoneria, ai suoi riti di iniziazione con il continuo ritorno del numero 3 (sia musicalmente che nei personaggi), i simboli, i richiami alla fratellanza, all’evoluzione dell’uomo nel superamento di prove. Il ruolo di Tamino è affidato al tenore turco Merto Sungu - di ritorno a Trieste dopo la partecipazione nel Die Fledermaus la scorsa stagione - e a Vassilis Kavayas. Il soprano Elena Galitskaya - che ricordiamo come Sophie nel Werther della scorsa stagione - sarà Pamina, con Lucrezia Drei. Il gran sacerdote Sarastro è affidato al basso Petar Naydenov. La Regina della Notte è cantata dal soprano Katharina Melnikova, che si alternerà nel ruolo con Olga Dyadiv. Nel ruolo di Papageno si avvicenderanno Peter Kellner, al suo debutto sul palcoscenico triestino, e Dario Giorgelè, di ritorno a Trieste dopo la partecipazione in Bohème. Papagena è affidata a Lina Johnson, voce molto nota al pubblico triestino che l’ha di recente vista nella Cenerentola e nel Rigoletto. Motoharu Takei avrà il ruolo di Monostatos. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino