Idrogeno a Venezia, ok al piano di Sapio. I giudici bocciano l'appello di AgsmAim

Idrogeno a Venezia, ok al piano di Sapio. I giudici bocciano l'appello di AgsmAim
VENEZIA - L'operazione "Hydrogen Valley Venezia" può andare avanti. Con la sentenza depositata ieri, il Consiglio di Stato ha respinto l'appello di Agsm...

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VENEZIA - L'operazione "Hydrogen Valley Venezia" può andare avanti. Con la sentenza depositata ieri, il Consiglio di Stato ha respinto l'appello di Agsm Aim Power contro la Regione, i ministeri dell'Ambiente e dell'Economia e la presidenza del Consiglio dei ministri, nonché nei confronti di Sapio ed Eco+Eco, le due società protagoniste del piano che punta a trasformare l'ecosistema portuale della laguna veneta in un polo di energia pulita basato sull'idrogeno. Confermando il verdetto pronunciato lo scorso anno dal Tar del Veneto, infatti, i giudici amministrativi di secondo grado hanno respinto la richiesta di annullare tutti gli atti della gara, che aveva beneficiato di 20 milioni del Pnrr.

LA SELEZIONE
Alla fine del 2021 Palazzo Balbi aveva manifestato l'interesse ad avviare, nel proprio territorio, una procedura di selezione finalizzata al finanziamento di progetti che prevedessero la riconversione di aree industriali dismesse. L'obiettivo era realizzare dei centri di produzione e distribuzione dell'idrogeno, utilizzando però esclusivamente fonti di energia rinnovabile. Agli uffici erano arrivate quattro domande da parte di altrettanti operatori del settore, ma a superare il primo stadio dell'istruttoria era stata solo quella di Sapio. La proposta del gruppo lombardo è poi diventata "Hydrogen Valley Venezia", un'idea frutto della collaborazione con l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale e con Hydrogen Park, che comporta in particolare la costruzione di un impianto per la produzione di idrogeno dalla potenza di 5 megawatt, alimentato da un sistema fotovoltaico allestito da Eco+Eco della galassia Veritas.

IL CONTENZIOSO
Era invece stata scartata l'ipotesi "Green Hydrogen Hub - Marghera", formulata da Agsm Aim Power. La società del gruppo veneto mirava a produrre l'idrogeno verde appunto a Porto Marghera, attraverso un impianto che alimentato prevalentemente da energia elettrica rinnovabile generata da fonte geotermica, con lo scopo di rifornire la flotta del trasporto pubblico locale della Città metropolitana di Venezia.
Due i rilievi che avevano portato alla sua bocciatura. Il primo riguardava il consumo specifico di energia elettrica: secondo la Regione, il progetto superava la soglia fissata; per l'azienda, invece, l'istituzione sbagliava a fare i calcoli, considerando non solo il sistema produttivo «inteso in senso stretto» ma anche l'apparato di compressione e stoccaggio dell'idrogeno. All'esito del contenzioso, il Consiglio di Stato ha stabilito che questi circuiti ausiliari, «se presenti, sono considerati parte del processo produttivo», per cui i loro costi e consumi devono essere inseriti nel conto.
Il secondo rimprovero verteva sulla mancanza, da parte del piano vicentino-veronese, dei requisiti per qualificare il sito prescelto come "area industriale dismessa". Il terreno individuato risulta infatti classificato dallo strumento urbanistico comunale come "zona territoriale omogenea di tipo F", cioè "per attrezzature e spazi pubblici o di uso pubblico territoriale", oppure "verde urbano attrezzato di progetto". Agsm Aim Power ha rimarcato che l'appezzamento è però assoggettato alle disposizioni, «da considerare prevalenti», del Piano regolatore portuale, che lo ricomprende nella "zona industriale commerciale". Ma i giudici hanno accolto la tesi della Regione, secondo cui «l'esistenza di insediamenti industriali in zona impropria non rende industriale la zona stessa», in quanto il Prg comunale dice che quell'area «è destinata a servizi e, dal punto di vista urbanistico, non ha carattere industriale».


Di conseguenza il Consiglio di Stato ha ribadito l'orientamento del Tar del Veneto. In primo grado aveva annunciato ricorso pure Green Factory, società del gruppo trevigiano Ascopiave, a sua volta esclusa dopo l'istruttoria regionale.
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Il Gazzettino